16 Dicembre 2020
Psr Misura 21: 2000 aziende zootecniche rischiano di essere escluse dagli aiuti

Coldiretti denuncia quello che ritiene un caso di malagestione:

«L’assessorato regionale all’Agricoltura cambia le regole a bando aperto».

 

«Non è giustificabile che duemila aziende zootecniche rischino di restare escluse, nonostante siano imprese che soddisfino le condizioni iniziali del bando, a causa della gestione messa in atto dall’assessorato regionale all’agricoltura». E’ la denuncia di Fabrizio Galliati presidente di Coldiretti Torino, rispetto alla situazione delle aziende piemontesi del comparto zootecnico dei bovini da carne che hanno presentato domanda in attuazione della Misura 21 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 “Sostegno alle aziende agricole che allevano bovini da carne, alle aziende floricole e florovivaistiche e alle aziende apistiche”.

Fabrizio Galliati aggiunge: «E’ un intervento riconducibile al Regolamento comunitario 872, dello scorso giugno, con il quale è stata data la possibilità alle Regioni di attivare un sostegno straordinario e temporaneo alle imprese agricole operanti nei settori produttivi maggiormente colpiti dalla crisi determinata dal Covid».

Il Piemonte, sulla carne bovina, detiene il primato in Italia nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane e la zootecnia riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale. La filiera bovina conta 7mila azienda, con un totale di 800mila capi.

«La zootecnia da carne sta scontando le maggiori criticità dovute alla pandemia con la chiusura del canale Ho.Re.Ca. - hotel, ristorati e catering, dove la maggior parte dei tagli pregiati della nostra carne trovava sbocco – continua e chiude Fabrizio Galliati –. La Misura 21, quindi, dovrebbe essere, seppur non risolutiva, un sostegno e un aiuto concreto; invece, con le modifiche al bando attuate in corsa dall’assessorato, molte  imprese, rispettose dei requisiti di ammissibilità inizialmente previsti, rischiano di essere escluse, risultando non ammissibili a causa dell’adozione di una procedura non corretta. Per Coldiretti è urgente che venga data la giusta importanza a un comparto che genera un fatturato di 700 milioni di euro  e vengano riviste le disposizioni che, se lasciate così, attueranno il detto: “oltre al danno, la beffa”. Dalla Regione Piemonte su questa vicenda Coldiretti si attende un cambio di passo e, soprattutto, di rotta».

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-244-ColdirettiTorino2020

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