TORINO Non si sbloccano le criticità legate al Psr, Programma di sviluppo rurale, 2014-2020, riguardanti la misura 10 sull’Agroambiente e le misure 4 sugli Investimenti e 6 sull’Insediamento e miglioramento. Il risultato: poche risorse sono arrivate alle aziende.
«Sviluppo e innovazione dell’agricoltura made in Piemonte passano necessariamente dall’erogazione dei fondi previsti dal Psr – informa Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino –. I giovani agricoltori sono pronti a investire: è però necessario che la Regione Piemonte velocizzi le procedure di istruttoria delle domande, così da arrivare tempestivamente alla liquidazione dei premi. Oggi il settore agricolo vive un momento di criticità, dovuto anche agli effetti negativi del clima che ha portato, negli ultimi mesi, dalle gelate tardive di aprile, alla grandine, fino alla siccità persistente. Quest’ultima, in particolare, ha provocato danni alle colture della pianura, mentre, negli alpeggi lo scarseggiare dell’acqua ha ridotto la produzione della cotica erbosa, costringendo i margari a nuovi approvvigionamenti di foraggi o alla demonticazione anticipata».
Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino, afferma: «Il regolare pagamento dei contributi che spettano alle imprese rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per l’agricoltura e il suo indotto. Al momento, poco più del 6 per cento delle risorse previste dal Psr è stato utilizzato dalla Regione. A livello provinciale, per la Misura 10, Agroambiente, nel 2016, gli agricoltori torinesi hanno presentato 515 domande, a oggi 240 di esse sono state ammesse a finanziamento; per il 2017 le domande sono state 412, tutte in attesa degli anticipi, attesi a ottobre, che però saranno erogati solo se le domande presentate dall’azienda nell’anno precedente saranno già state ammesse a finanziamento».
Fabrizio Galliati chiude: «Il Psr è lo strumento che abbiamo a disposizione per mettere in atto una virtuosa stagione di rinnovamento del settore primario. Ricordo che, al termine del 2018, ci sarà una prima verifica da parte della Commissione Europea. Senza un radicale cambio di passo il rischio che si corre è quello di non riuscire a distribuire tutti i soldi che il Piemonte ha a disposizione entro i tempi previsti. Quella del Psr è una occasione che l’agricoltura torinese e subalpina non può permettersi di perdere».
–51dto2017