Gli agricoltori sono costretti ad affrontare questa emergenza Peste Suina Africna perché è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali che invadono città e campagne da nord a sud dell’Italia dove si contano ormai più di 2,3 milioni di esemplari. Coldiretti ha più volte evidenziato il rischio della diffusione della Peste Suina Africana (Psa) attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Adesso serve subito un’azione sinergica su più fronti anche con la nomina di un commissario in grado di coordinare l’attività dei prefetti e delle forze dell’ordine chiamate ad intensificare gli interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti da questa grave minaccia che rischia di causare un gravissimo danno economico alle imprese.
Insieme alle necessarie tempestive misure di prevenzione e sorveglianza, occorre vigilare contro le speculazioni di mercato a tutela degli allevatori e del sistema economico e occupazionale. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento agli effetti delle misure anti peste suina africana, dopo il focolaio individuato fra Piemonte e Liguria.
Bisogna evitare strumentalizzazioni con impatti economici sulle aziende di fronte ad una situazione sanitaria che, al momento, appare sotto controllo.