17 Luglio 2009
Parte la mobilitazione di Coldiretti per una filiera tutta italiana

TORINO – Il 21, 22 e 23 luglio, la Coldiretti mobilita la propria base associata per una serie di manifestazioni sul territorio nazionale. Si svolgeranno alle frontiere – Brennero e Frejus, in particolare – nei porti, presso alcuni centri commerciali, nonché presso le istituzioni come le Regioni e a piazza Montecitorio, a Roma, davanti alla Camera dei deputati.
Nelle giornate precedenti è programmata l’elaborazione di un documento che verrà inviato ai presidenti di Camera e Senato, alle commissioni Agricoltura dei due rami del Parlamento, ai ministri della Salute, delle Politiche agricole e del Lavoro e – sul piano regionale – alla presidente della Regione, agli assessori alla Sanità, all’Agricoltura, ai presidenti delle Province piemontesi, ai prefetti e ai parlamentari che rappresentano il territorio.
I MOTIVI DELLA MOBILITAZIONE
Che i prezzi dei prodotti agricoli siano fortemente insoddisfacenti appare scontato, ma che la crisi del mercato derivi da una importazione massiccia di derrate di cui spesso è ignota l’origine o che comunque non siano rintracciabili è assurdo e insopportabile da parte delle imprese agricole che con Coldiretti hanno scommesso sulla qualità delle produzioni e sulla loro rintracciabilità. In sostanza, con il presidio alle frontiere – e nel caso del Piemonte sarebbe la seconda volta che si va al Frejus – si vuole ancora una volta lanciare all’opinione pubblica e alle istituzioni il messaggio sulla mancanza di garanzie qualitative e sanitarie del prodotto importato e sui pessimi alimenti che si rischia di mangiare se non intervengono misure di trasparenza dell’informazione, provvedimenti di tutela sugli ingredienti impiegati per i trasformati e controlli sulla composizione del prodotto finito, ma anche sulla superiorità e sulle garanzie qualitative del Made in Italy. Coldiretti intende dimostrare che il basso standard di sicurezza danneggia i consumatori e fa chiudere molte imprese agricole italiane. Di qui la richiesta di pubblicazione, da parte del ministero dell’Agricoltura, degli elenchi delle industrie che importano materia prima dall’estero e poi la vendono come nazionale, nonché la sollecitazione per l’indicazione in etichetta dell’origine e della provenienza della materia prima, sia del prodotto commercializzato tal quale sia trasformato. A tale proposito Coldiretti ricorda che al Senato è giacente un disegno di legge del Governo che nonostante l’approvazione da parte delle commissioni Agricoltura dei due rami del Parlamento, non è stato inserito all’ordine del giorno a causa dell’ostruzionismo da parte delle lobby politiche trasversali, controllate dalle industrie agroalimentari.
Infine, Coldiretti chiede misure di tutela sui prodotti impiegati per ottenere alimenti trasformati di qualità e ricorda che, ad esempio, il vino non si fa con la chimica, che i formaggi si ottengono utilizzando latte e non polveri, caseine e cagliate, che il miele e le confetture hanno origine dalle api e dalla frutta e non dagli zuccherifici.

ALCUNE SITUAZIONI PARTICOLARI
Il mercato del settore lattiero-caseario è talmente drogato e falsato dall’assoluta mancanza di trasparenza, che l’industria, la grande distribuzione e, purtroppo, anche tante cooperative pensano di poter fare a meno del latte italiano importando milioni di quintali di latte, cagliate congelate, polveri di latte e caseinati e – insieme alla zootecnia da latte – anche la carne, l’ortofrutta e la cerealicoltura subiscono la concorrenza sleale dettata dall’anonimato dei prodotti, dall’arroganza della grande distribuzione e dalla miopia dell’industria alimentare.
Con questa mobilitazione Coldiretti intende dimostrare che c’è un'altra Italia intera in termini di quantità di latte e di altri prodotti della nostra agricoltura che proprio dai valichi del Brennero, del Frejus e dai porti italiani entra legalmente nel nostro Paese per confondere il mercato e ingannare i consumatori. Il flusso continuo di latte e derivati che si muove dalla Germania, dalla Francia, ma anche dalla lontana Lituania verso i centri di lavorazione e trasformazione debbono essere resi pubblici poiché ne va della trasparenza del rapporto tra il mondo economico e quello dei consumatori di cui le istituzioni sono i garanti.

COSI SI CHIEDERA’ IN CONCRETO ALLA POLITICA
Ci troviamo a poche settimane dal consueto esodo dalle città per il periodo estivo e non possiamo permettere di "farci mandare in vacanza" senza prima aver dato uno scossone a una situazione che si trascina da troppo tempo. Nel rispetto dello spirito del 30 aprile in cui, al Palalottomatica, a Roma, Coldiretti lanciò il progetto della filiera agricola tutta italiana che vede nel cittadino-consumatore e nell’imprenditore agricolo due dei suoi punti di forza, occorre ora una capacità di protesta forte e coesa per passare dalle parole ai fatti dai quali nessuno può più tirarsi indietro dopo l’approvazione solenne alla presenza del presidente del Consiglio e di alcuni suoi ministri.
Coldiretti ribadirà alla politica, con voce ferma, innanzitutto di adottare una decretazione che renda obbligatoria l’indicazione dell’origine anche per latte Uht, cagliate e formaggi, anche se ciò dovesse comportare l’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea.
E poi avanzerà ancora la richiesta di rendere finalmente pubblici i dati in possesso delle Asl e dei Ministeri, relativi all’importazione di latte e derivati dai Paesi comunitari, avendo il coraggio di fare nomi e cognomi legati a industrie e cooperative che comprano all’estero e poi spacciano per italiano il prodotto, ingannando il consumatore.
Coldiretti chiede la stessa azione nei confronti di tutti gli organi di controllo preposti, dalle dogane alle Asl ai Nas, su tutti gli altri prodotti, dall’ortofrutta all’olio,l dai seminativi alla carne.

CONCLUSIONI
Coldiretti è l’unica Organizzazione che da tempo si batte per difendere la superiorità dell’agroalimentare Made in Italy. La battaglia è per tutelare la nostra produzione che rappresenta nel panorama globalizzato un’autentica eccellenza che chi compra i nostri prodotti non ci riconosce in termini economici. Bisogna dire basta a tutte le schifezze che arrivano dall’estero, o quanto meno fornire al consumatore lo strumento per conoscere l’origine del prodotto nel momento dell’acquisto; poi, in modo consapevole, egli farà le sue scelte. Solo passando attraverso una filiera agroalimentare tutta italiana possiamo immaginare – conclude la Coldiretti – di dare il giusto riconoscimento economico alle imprese agricole e trasparenza nei rapporti con il consumatore.

I MERCATI DELLA DOMENICA DI CAMPAGNA AMICA

     

Progetto Info PAC

INFO PROGETTO PAC: Apri l'articolo    

Leggi tutti gli articoli

Leggi tutti gli articoli

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi