17 Luglio 2009
Maxi processo cobas latte a Saluzzo: Robusti e 54 allevatori condannati per truffa

TORINO – "Questa sentenza segna il trionfo della giustizia. Coldiretti commenta positivamente il verdetto del tribunale di Saluzzo che ha condannato il leader dei cobas latte Giovanni Robusti e altri 54 allevatori per avere messo in atto – attraverso le cooperative Savoia – un meccanismo per eludere il prelievo sulla produzione fuori quota e per avere truffato, a vario titolo, lo Stato e l’Unione europea, per 240 milioni di euro". Sono parole di Riccardo Chiabrando, presidente di Coldiretti Torino, che aggiunge: "Nella sentenza trova conferma quanto denunciato in tutti questi anni dalla Coldiretti in difesa della stragrande maggioranza dei produttori agricoli che hanno sempre rispettato le leggi e la normativa lattiero-casearia, seguendo le indicazioni dell’organizzazione. In attesa di leggere le motivazioni, si può comunque asserire che gli allevatori aderenti ai cobas latte sono stati condannati per truffa: questo è un importante punto fermo".
Paolo Odetti, vice presidente dei berretti gialli torinesi, con delega al settore latte, commenta: "La conclusione del processo è positiva; dopo molti sacrifici e tante energie investite dalla Coldiretti e dalle altre associazioni per stare nel solco della legalità, essa corona i tanti sforzi compiuti. Questi anni non sono stati facili: ci sono state forti tensioni e finanche minacce, arrivate ai coltivatori che della legalità avevano fatto una bandiera del loro agire. Più volte il processo di Saluzzo ha rischiato di saltare. Ora è finalmente giunto l’epilogo che abbiamo sempre auspicato. Noi volevamo venisse ribadito il concetto che chi si è sempre mosso nella legalità non fosse sbeffeggiato dai cobas latte".
Paolo Odetti aggiunge: "Un tribunale ha finalmente sancito che chi rispetta leggi e normative è dalla parte giusta, mentre i cobas latte sono stati condannati come truffatori. Speriamo che questo verdetto faccia riflettere chi ancora tentenna e non intende mettersi in regola perché ritiene che i cobas latte possano continuare impunemente a far scempio della legalità. Questi allevatori possono invertire la rotta e aderire alla rateizzazione, così come previsto dall’ultimo provvedimento in materia di quote latte. La sentenza rappresenta un segnale preciso: lo Stato magari impiega degli anni, ma, alla fine, giustizia è fatta. Chi vuole produrre deve farlo in maniera legale. Questo esito dovrebbe far bene anche al mercato del latte che fatica a riconoscere un prezzo equo per il prodotto alla stalla. Infatti, in tutti questi anni il latte prodotto fuori quota ha penalizzato le produzioni in regola".
Riccardo Chiabrando conclude: "E’ stato smascherato e punito un sistema truffaldino di fatturazione e di vendita del latte al di fuori del regime delle quote. Le condanne sono significative. Oltre ai tre anni e sei mesi per Giovanni Robusti, le pene a carico dei 54 produttori fuori quota vanno dagli otto ai quattordici mesi. Questa sentenza è importante anche perché si tratta del primo procedimento penale che giunge a termine nel nostro Paese, mentre altri sono in corso; dunque, ci attendiamo che essa faccia scuola e che anche gli altri processi seguano la stessa impostazione".

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