22 Marzo 2013
La proposta di Coldiretti: un patto per l’agricoltura sociale

Torino – Interrogarsi, agire, riflettere: questi gli obiettivi delle conversazioni informali in un laboratorio di idee per parlare di agricoltura sociale e non solo, organizzato da Coldiretti Torino, mercoledì 27 marzo 2013, dalle 9 alle 13,30, alle Officine Caos, in piazza Eugenio Montale, 18/A, a Torino.
   «Le aree rurali, e l’economia più in generale, vivono una transizione dovuta alla modifica dei processi di produzione e distribuzione dei valori economici su scala mondiale e della crescente scarsità delle risorse naturali – spiega Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti Torino e del Piemonte  –. La progressiva separazione dei processi di creazione di valore dai territori e la mobilità dei capitali riduce i processi di solidarietà nazionali aprendo la strada per la rottura di patti di equità intergenerazionale, di giustizia sociale e di coesione territoriale. Prime vittime di questi processi sono i tradizionali bersagli delle politiche di redistribuzione, tra cui le persone a bassa contrattualità e i territori più isolati e più fragili. In questo scenario, guardare con ottimismo al futuro significa puntare sulle risorse di cui dispongono i territori, in termini di competenze, di disponibilità di lavoro, di risorse fondiarie e strutturali. Attivare nuove risorse implica la capacità di attivare percorsi di innovazione sociale e di co-produzione».
   «L’agricoltura sociale innovativa: offre soluzioni collettive e collaborative in risposta alle crisi sociali, economiche e ambientali, che viviamo – precisa Diego Furia, direttore Coldiretti Torino –. E’ attività limitata ma, allo stesso tempo, significativa nella fase di cambiamento che viviamo, perché consente di declinare paradigmi, competenze, ruoli, di una pluralità di attori del territorio e costruire nuovo civismo. L’agricoltura sociale è una forma di multifunzionalità dell'agricoltura che assicura servizi alla persona, sia nelle aree rurali – in difficoltà per il ridimensionarsi della rete pubblica di welfare alla ricerca di economie di scala – sia nelle aree periurbane. Le pratiche di agricoltura sociale restituiscono evidenze nelle azioni inclusive – co-terapia, formazione ed inclusione lavorativa – per soggetti a bassa contrattualità – quali disabili fisici, psichici e psichiatrici, born-out, disoccupati di lunga durata, rifugiati politici, donne in uscita da percorsi di tratta, minori con difficoltà di apprendimento – e nei servizi civili alle persone; bambini, minori, anziani».
«L’agricoltura sociale evidenzia altresì percorsi di nuova economia – chiude Roberto Moncalvo – basati sulla valorizzazione dei prodotti agricoli con contenuto etico, di strutture e risorse umane disponibili nei territori rurali e spesso sottoutilizzate: posti letto e strutture di accoglienza in agriturismo, strutture per erogazione pasti a norma. C'è un grande spazio di sperimentazione nelle pratiche di agricoltura sociale che, grazie alla pluralità di setting e all'adattabilità flessibile ai bisogni delle persone, ne rende utile l'applicazione per molti target di utenza e di popolazione: dal disagio abitativo di giovani e anziani, al diurno per anziani abili, alla prossimità dei servizi e alla prevenzione delle fragilità, specie per anziani in aree rurali, al rafforzamento dei servizi per i giovani e le famiglie».
   Mercoledì 27 marzo a Torino, il primo confronto, relativo all’interrogarsi, è sulle questioni sociali e i rapporti tra le aree urbane, periurbane e rurali in transizione. Dopo gli indirizzi di saluto di Roberto Moncalvo e Diego Furia, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Torino, Filippo Barbera, dell’Università di Torino, introdurrà il tema. A seguire gli interventi di: Alessandro Azzolina, assessore di Nichelino; Rocco Ballacchino, direttore Patto territoriale zona Ovest; Antonella Barbagallo, psicologa Associazione di familiari; Alessandro Mostaccio, presidente Movimento Consumatori; Giovanna Paternò, psichiatra Dipartimento di salute mentale Asl To5; Mario Poma, direttore Gal Valli di Lanzo Ceronda e Casternone; Samuele Pigoni, responsabile servizi per lo scambio e lo sviluppo sociale della Diaconia Valdese.
  Il secondo confronto, incentrato sull’agire, vedrà la presentazione di alcune risposte di agricoltura sociale sviluppate da Coldiretti a supporto della transizione rurale e urbane. Stefania Fumagalli, di Coldiretti Torino, interverrà sul tema “La proposta di Coldiretti: un patto per l’agricoltura sociale”. A seguire Francesco Di Iacovo, docente all’università di Pisa, relazionerà su “La valutazione delle pratiche di innovazione sociale nelle campagne”.
  Nel terzo momento, dedicato a riflettere, si passerà dalla valutazione delle pratiche agli scenari di transizioni possibili. Dopo l’introduzione di Francesca Durasanti, presidente Agenzia italiana Campagna agricoltura responsabile ed etica, sono previsti gli interveti di: Giovanni Alessandri, Progetto “Amiata Responsabile”, di Grosseto; Mariachiara Bellino, dell’Osservatorio agricoltura sociale di Coldiretti Piemonte, Gianfranco Bordone, direttore Area lavoro e politiche sociali della Provincia di Torino; Fabio Comunello, presidente Associazione Conca D’oro, Bassano del Grappa; Rossella Iorio, responsabile progetto sociali e partecipazione, Unione dei Comuni della Valdera, Pisa; Cristina Martellini, dirigente Servizio Agricoltura, Regione Marche; Marco Musso, responsabile ufficio Progetti complessi in materia di strutture socio-assistenziali-educative e a rilievo sociale, Regione Piemonte; Salvatore Stingo, coordinatore Forum nazionale agricoltura sociale, Roma. La chiusura dei lavori è affidata a Roberto Moncalvo, con un intervento sul tema “Le pratiche di agricoltura sociale: una risposta alle domanda di cambiamento”. I lavori terminano con un buffet con prodotti di alcune aziende di agricoltura sociale.
  Il 27 marzo verrà presentato e distribuito il nuovo manuale di agricoltura sociale, scritto dal prof Di Iacovo dell’Università di Pisa, denominato “Agricoltura Sociale Innovativa 2012”. E’ altresì prevista la presentazione del progetto di Coldiretti Torino con diversi percorsi di formalizzazione al fine di definire un Patto per il cibo civile.

–31CDTO2013 –

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