Torino – Domenica 4 luglio 2010 la mucca Lola è arrivata al mercato tematico Oasi dei prodotti tipici, organizzato dalla Coldiretti, in piazza Palazzo di Città. L’iniziativa rientrava nella mobilitazione dei berretti gialli piemontesi per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di privilegiare negli acquisti prodotti rintracciati, la cui origine sia dichiarata, anche quando sono trasformati.
In mattinata, dalle 10 alle 12, davanti al palazzo municipale, fra le sessanta bancarelle di prodotti tipici e di eccellenze enogastronomiche, alla presenza della vera Lola – frisona di cinque anni, proveniente da un allevamento di Beinette, in provincia di Cuneo, simbolo delle mucche piemontesi – i coltivatori hanno offerto gratuitamente ai consumatori latte crudo, proveniente da allevamenti torinesi e mozzarelle, preparate da caseifici di aziende agricole del territorio. La Coldiretti ha invitato all’iniziativa di sensibilizzazione politici e amministratori di Regione, Provincia e Comune.
Pieno appoggio è arrivato da Alessandro Altamura, assessore al Commercio, al turismo, alle attività produttive e al marketing urbano della città di Torino: «L’amministrazione torinese sostiene la mobilitazione avviata da Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana e la manifestazione di domenica 4 luglio in piazza Palazzo di Città. Siamo consapevoli dell’attenzione che deve essere dedicata alla completa tracciabilità del prodotto e all’indicazione di origine degli alimenti. I prodotti agricoli autoctoni costituiscono uno degli elementi di maggior pregio del Made in Italy e della nostra economia. Sostenendo l’iniziativa intendiamo contribuire a sensibilizzare i consumatori affinché comprendano le differenze esistenti tra i prodotti importati di dubbia origine e qualità e le produzioni locali».
Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Piemonte, afferma: «Oggi abbiamo portato in piazza la vera Lola, con tanto di carta d’identità. E’ una frisona che produce latte piemontese. In televisione invece vediamo altre Lole che fanno da specchietto per le allodole quanto a latte che di italiano ha solo il nome, ma che in realtà arriva dall’estero. La mucca Lola torna a Torino per rilanciare la mobilitazione della Coldiretti che ha come obiettivo quello di conoscere quali e quanti prodotti entrano nel nostro Paese e da dove arrivano. A questo proposito in Piemonte abbiamo bisogno di conoscere i dati dei prodotti importati che sino ad oggi l’Uvac – Ufficio veterinario per gli adempimenti degli obblighi comunitari – si rifiuta di rendere noti, ritenendo che siano coperti da questioni di riservatezza. Oggi siamo in piazza anche per chiedere al mondo politico di far cadere queste resistenze. Vogliamo conoscere nel dettaglio le importazioni in Piemonte e in quali alimenti poi vanno a finire».
Claudio Sacchetto, assessore regionale all’Agricoltura, commenta: «Conoscere una volta per tutte i dati dei prodotti che entrano in Piemonte è fondamentale per avere il quadro della situazione e per poter impostare strategie corrette per difendere le produzioni agricole piemontesi che danno un grande contributo al vero Made in Italy. La crisi economica negli ultimi anni ha colpito fortemente i bilanci delle imprese agricole che hanno visto i redditi calare e i margini svanire. Oggi alcuni settori hanno seri problemi a far quadrare i conti e rischiano di chiudere i battenti: una eventualità che dobbiamo contrastare in tutti i modi. Come Regione ci attiveremo per difendere adeguatamente il Made in Piemonte agroalimentare. L’impegno che ci assumiamo è di riuscire ad avere al più presto i dati delle importazioni di derrate alimentari. Il progetto di Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana è la strada giusta per tutelare sia le aziende agricole sia i consumatori».
Paolo Rovellotti, presidente di Coldiretti Piemonte, aggiunge: «Oggi troppe merci straniere diventano italiane semplicemente passando la frontiera. Per questo Coldiretti lavora affinché tutti i prodotti agricoli nazionali abbiamo una precisa carta di identità. Questa per noi è anche una giornata di festa perché siamo circondati dai consumatori e abbiamo la solidarietà delle istituzioni».
Marcello Gatto, presidente di Coldiretti Cuneo, chiarisce: «Gli imprenditori agricoli piemontesi oggi sono qui per ricordare che nella nostra Regione non c’è solo la Fiat. In Piemonte c’è una valida imprenditoria che opera nel settore agroalimentare, della trasformazione. Abbiamo buone potenzialità e negli ultimi anni abbiamo fatto notevoli passi in avanti. Le nostre aziende presidiano il territorio dall’abbandono e dalle speculazioni; se vogliamo garantire loro un futuro occorre continuare a lavorare sulle produzioni di qualità che consentono di far crescere reddito e occupazione. Oggi, qui nel capoluogo piemontese abbiamo avuto la possibilità di presentare ai cittadini una nostra produzione di eccellenza: il latte crudo. A Torino un tempo si diceva che quello che era buono per la Fiat era buono per l'Italia; noi oggi diciamo che ciò che è buono per l’agricoltura è buono per il Piemonte ed è buono per l’Italia».
Riccardo Chiabrando, presidente di Coldiretti Torino, rivolto ai consumatori, precisa: «Torino è la capitale dei mercati dei produttori. Ogni prima domenica del mese Coldiretti organizza un mercato in piazza Palazzo di Città; un appuntamento consolidato che i torinesi apprezzano. La filiera corta consente ai consumatori di dialogare direttamente con i produttori che offrono sui loro banchi merci a chilometri zero, di qualità e a prezzi giusti. L’intento del nostro sindacato è anche quello di consentire ai produttori di portare in azienda maggiori ricavi. Ogni giorno a Torino i coltivatori sono presenti in 40 mercati rionali, nella sola tettoia dei contadini di Porta palazzo ci sono 100 coltivatori: tutti lavorano per il vero Made in Italy che i torinesi possono trovare vicino casa».
Maurizio Soave, presidente di Coldiretti Asti, afferma: «Le importazioni senza controlli e senza regole danneggiano tutti i settori agricoli. Per tentare di arginare questo malcostume, Coldiretti ha scelto di allearsi con i consumatori. I nostri coltivatori vogliono produrre in trasparenza. Un’altra richiesta di Coldiretti che va in questa direzione è quella di separare, sugli scaffali dei supermercati, il Made in Italy dai prodotti stranieri. I consumatori devono essere correttamente informati affinché possano liberamente scegliere i loro acquisti».
A fine mattinata, l’assessore Sacchetto ha dato avvio alle operazioni di mungitura della mucca Lola, con azionamento della mungitrice che ha raccolto venti litri di latte davanti a un gruppo di visitatori incuriositi. Tre bicchieri sono stati munti a mano e il latte crudo è stato bevuto da autorità e politici presenti: un segnale che si è voluto mandare a tutti consumatori torinesi. Claudio Sacchetto ha chiuso così: «Abbiamo bevuto il prodotto della mungitura nonostante qualcuno vada in giro a dire che il latte non si può bere crudo. Invece lo si può fare tranquillamente; l’importante è che l’allevatore rispetti le norme igienico-sanitarie. E questo la mucca Lola e tutte le aziende agricole piemontesi lo fanno da sempre».
5 Luglio 2010
La mucca Lola in difesa del vero Made in Italy