28 Settembre 2017
In Senato slitta la ratifica del Ceta

TORINO In Senato è slittata la ratifica del trattato di libero scambio tra Unione europea e Canada, Ceta. Roberto Moncalvo, presidente nazionale di Coldiretti, commenta: «Il rinvio è il primo risultato di una mobilitazione popolare contro un accordo sbagliato e pericoloso per l’Italia che ci ha visti protagonisti su tutto il territorio nazionale dove hanno già espresso contrarietà 14 Regioni, 1.973 Comuni e 69 Consorzi di tutela delle produzioni a denominazioni di origine».  Roberto Moncalvo, aggiunge: «La scelta doverosa di far slittare in Senato la ratifica del trattato di libero scambio Ceta è arrivata sotto il pressing di un'inedita ed importante alleanza tra diverse organizzazioni Coldiretti, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch».
   Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, dichiara: «Per la prima volta nella storia l’Unione europea legittima, in un trattato internazionale, la pirateria alimentare, a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai prosciutti di Parma e San Daniele, ma sarà anche liberamente prodotto e commercializzato dal Canada il Parmigiano Reggiano con la traduzione di Parmesan. La svendita dei marchi storici del Made in Italy agroalimentare non è solo un danno sul mercato canadese, ma è soprattutto un pericoloso precedente nei negoziati con altri Paesi anche emergenti che sono autorizzati così a chiedere medesime concessioni».
   Fabrizio Galliati aggiunge: «In Piemonte,  a inizio agosto, l’assemblea regionale di Palazzo Lascaris ha approvato un atto di indirizzo per la sospensione dell’entrata in vigore, in Italia, del Ceta. A inizio settimana il consiglio comunale della città di Torino ha approvato un ordine del giorno contrario al trattato. A oggi, nel torinese, i comuni che hanno preso posizione contro il Ceta sono più di 100; in tutto il Piemonte sono 450».
   «L’Ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Torino – chiude il presidente Fabrizio Galliati – è fermamente contrario al Ceta, principalmente per la diversità di trattamento delle carni e alimentari del Canada, con l’uso di ormoni non consentiti in Europa, e con le etichette dei prodotti che non segnalano la presenza di prodotti Ogm. Inoltre, il trattato Ceta tutela solo 41 delle 288 Igp e Dop italiane registrate. E non ci sono, come precisa l’Ordine del giorno approvato dalla Sala Rossa, vantaggi né per il lavoro né per la qualità delle merci. Il documento impegna la Giunta, guidata da Chiara Appendino, a esprimere netta contrarietà del Comune di Torino a questo trattato e aumentare il proprio coinvolgimento nella stesura delle priorità negoziali, in sede di redazione del mandato dei futuri trattati di libero scambio».

–52dto2017

I MERCATI DELLA DOMENICA DI CAMPAGNA AMICA

     

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