25 Luglio 2011
«Ikea si insedi su aree gia’ compromesse. No al consumo di altro suolo agricolo»

Torino – «Coldiretti plaude alla decisione assunta dalla Provincia di Torino in merito al nuovo insediamento Ikea a La Loggia: per collocarsi,  la multinazionale non scelga un terreno agricolo fertile, ma individui  aree produttive dismesse o già destinate al commercio». Sono parole di Riccardo Chiabrando, presidente di Coldiretti Torino, che aggiunge: «Apprezziamo il parere negativo che la Giunta provinciale ha espresso rispetto all’ennesima trasformazione da agricola a commerciale. Per i coltivatori, il giorno 22 luglio 2011 sarà una data da ricordare. Finalmente una istituzione come la Provincia ha il coraggio di fermare l'indiscriminata espansione commerciale e industriale a danno di terreni agricoli. Mi auguro che tale delibera di Giunta lasci il segno. Si tratta di un esempio per le altre istituzioni. La Provincia di Torino con il varo del Ptc2 – Piano territoriale di coordinamento – intende tutelare le aree agricole e incentivare il riutilizzo di quelle già compromesse. Con la decisione presa rispetto al progetto della multinazionale svedese  viene raccolto l'appello – sinora quasi sempre caduto nel vuoto – della Coldiretti di Torino di fermare la cementificazioni e il consumo di suolo per accogliere nuovi insediamenti produttivi e commerciali. Per tale ragione rivolgiamo un plauso al presidente Antonino Saitta e alla Giunta provinciale».
   Diego Furia, direttore di Coldiretti Torino, afferma: «E' ora che le pianificazioni territoriali dei Comuni siano coerenti con le indicazioni del Ptc. Con il pretesto del presunto arrivo di nuovi posti di lavoro, in questi anni sono state portate avanti molte speculazioni. Negli ultimi 15 anni, solo in provincia di Torino, sono stati consumati oltre settemila ettari di terreni fertili. Coldiretti, da sempre, chiede agli enti locali di negare lo spreco di terreni agricoli fertili e il furto di aree rurali che inducono alla perdita di identità del paesaggio. In questi ultimi anni la drastica riduzione dei trasferimenti finanziari dallo Stato agli enti locali ha portato questi ultimi a incentivare le edificazioni per fare cassa con gli oneri di urbanizzazione e per finanziare le spese correnti. Anche nel caso di Ikea è inaccettabile che nonostante il gran numero di capannoni vuoti e di aree industriali abbandonate ogni volta che si progetta un nuovo insediamento si continui a fare scempio della buona terra che porta frutto. Il 40 per cento dei capannoni costruiti nell'ultimo decennio è rimasto vuoto o inutilizzato. In Italia ogni giorno vengono persi oltre 100 ettari di suolo libero. Nonostante gli appelli e le direttive della Ue  il nostro Bel Paese non si è ancora dotato  di strumenti legislativi adatti a fermare questo fenomeno».
   Riccardo Chiabrando conclude: «La scomparsa del terreno agricolo coltivato, la sua cementificazione e impermeabilizzazione sono un grave problema di sostenibilità ambientale e alimentare. La formazione di suolo adatto all'agricoltura è frutto di un processo per il quale occorrono secoli. Un terreno fertile, una volta cementificato, è compromesso per sempre e non tornerà mai più come prima. Continuando di questo passo non lasceremo un solo ettaro coltivabile alle future generazioni. Per ogni ettaro di suolo consumato la collettività perde la capacità di assorbimento di 90 tonnellate di anidride carbonica, senza contare i danni alle acque e alla biodiversità. Consumando suolo si perde un bene comune: ogni cittadino e a maggior ragione ogni amministratore deve essere consapevole di ciò. Ecco perché da anni Coldiretti Torino chiede di fermare il consumo di suolo agricolo».

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