28 Maggio 2021
I danni dei corvi si aggiungono a quelli di cinghiali e selvatici

Coldiretti Torino chiede di prendere esempio dalla giunta Toscana. Fabrizio Galliati: «Gli agricoltori devono poter difendere i coltivi»

Oltre ai danni da cinghiali che, sempre più numerosi, continuano a imperversare in tutta la Regione Piemonte e nei campi della provincia e Città Metropolitana di Torino, come ogni anno, è tornata anche l’emergenza corvidi. «Per fermare gli uni e gli altri, a livello di norma regionale – commenta e propone Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino -  dovremmo imitare le decisioni della giunta Toscana. Con la modifica della delibera 310/2016, approvata su proposta della vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi, si consente agli agricoltori di intervenire direttamente, se muniti di licenza di caccia e sotto la supervisione della polizia provinciale, non solo nei confronti dei cinghiali, ma anche per difendere le coltivazioni contro storni, piccioni e nutrie. Una proposta salutata con favore da parte di Coldiretti. Una norma giusta e regolamentata che permetterebbe di preservare raccolti con la sicurezza per tutti».

Ma rispetto ai corvidi, la situazione qual è? Un documento di trenta pagine, aggiornato e scaricabile dal sito della Città Metropolitana di Torino, ricorda che c’è un piano di controllo numerico dei corvidi, curato dal servizio Tutela della fauna e flora della provincia e valido per il quinquennio 2017-2021. Fino al 2012 è stato in vigore uno strumento di pianificazione che ha dato luogo ad attività di controllo volto a gestire i popolamenti delle specie problematiche per l’agricoltura, tra queste anche i corvi. Ma il protocollo, con il blocco delle immissioni nelle zone a gestione differenziata non è stato rispettato dai gestori delle Zone di ripopolamento e cattura (Zrc), dalle aziende faunistiche e da quelle agri-turistico venatoria (Aatv), come riporta il documento della Città Metropolitana.

Questo ha portato a un ulteriore crescita della popolazione di corvi che continuano a danneggiare l’agricoltura. Dopo un calo dei danni registrati dal 2013 (10.857 segnalazioni nelle cinque Atc della provincia) rispetto al 2015 (“solo” più 6.007 segnalazioni di danni in agricoltura) ora le segnalazioni si stanno rialzando. «I danni da cornacchie si stima siano il 10 per cento di quelli annualmente segnalati dagli agricoltori sui coltivi - spiega Andrea Repossini, direttore di Coldiretti Torino –. I danni arrivano dalla cornacchia grigia e, più raramente, da quella nera. Su tutta l’area della Città Metropolitana di Torino nell’anno 2020 abbiamo avuto 2.000 segnalazioni di danni provocati dai selvatici , di cui 230 provocati da corvidi. Una cornacchia grigia può ingerire 50 grammi di granella al giorno. Nei campi di mais appena seminato scava il terreno e mangia il seme. Nei coltivi di mais con le piantine a due-tre foglie, eradica la pianta per prelevare e inghiottire quello che resta del seme germogliato. I danni maggiori delle cornacchie sono a carico dei frutteti, dove le cornacchie beccano le migliori e più alte bacche di melo, pero e ciliegio, appena queste virano di colore».

Il Piano di controllo numerico dei corvidi per gli anni 2017-2021 fornisce i dati aggiornati rispetto agli Indici chilometrici di avvistamento (Ika), in merito all’abbondanza delle cornacchie grigie nei campi di tutta la provincia di Torino, riferiti all’anno 2016. I dati sono questi. Per Bollengo-Albiano l’Ika è 5,3, dato costante rispetto agli ultimi anni. Per Romano Canavese l’Ika è 5,9, in calo. A San Giorgio canavese l’Ika è 4,2, in calo. A Montanaro l’Ika è 7,21, in calo.  A Caluso, località Carolina l’Ika è 9,7, costante. A Tonengo di Mazzè, 3,9, in calo. A Villareggia, 4.7, in calo. A Verolengo, 6,0, in aumento. A Lombardore, alla Provanina, 12,6, in aumento. A Leinì, 4,7, in calo. A Piossasco-Cumiana, 8,7, costante. A Pinerolo, 7,7, costante.  A Vigone-Villafranca, l’Ika è 8,3, costante. A Piobesi-None,  6,3, in calo. A Carignano, località Gorrea, l’Ika è 8,7, in calo. A Santena, 10,6, costante. A Carmagnola-Casanova, l’Ika è 13,9, in aumento. A Poirino, località Banna, 1,3, costante. A Chieri, l’Ika è 13,7, costante.  A Riva presso Chieri, 22,5, in aumento. A Pino Torinese-Pecetto, 8,1, in calo. Ad Andezeno-Marentino, l’Ika è 12,7, in calo. A Sciolze, 17,1, in aumento.  A Casalborgone, 13,1, in aumento. A Lauriano, 6,8, costante. A Brusasco, l’Ika è 4,0, in aumento. Nel complesso l’andamento delle popolazioni di cornacchia grigia nelle Zrc, Zone di popolamento e cattura, della provincia di Torino è questo: in dieci Zrc sono in calo, in sette Zrc sono in aumento, in undici sono costanti.

-43-ColdirettiTorino2021

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