19 Novembre 2015
Filiera corta, prodotti di stagione e legati al territoriosono entrati nella ristorazione scolastica torinese

Torino – Risparmiare nei costi, tenendo però sempre presente la qualità. Questa è l’indicazione, riferita alla qualità delle mense scolastiche,  arrivata da Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, intervenuto nei giorni scorsi a un convegno sulle agromafie, organizzato a Roma da Coldiretti.
   «A Torino, nella ristorazione scolastica, oggi entrano l’ortofrutta della filiera corta, legata al territorio, alcuni latticini piemontesi e la carne allevata dagli imprenditori subalpini che aderiscono al Coalvi, – spiega Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino –. Un obiettivo raggiunto grazie al lavoro di squadra portato avanti in questi ultimi anni da Coldiretti, dalla Provincia di Torino prima e poi dalla Città metropolitana di Torino e dall’assessorato alle Politiche educative della Città di Torino, guidato da Mariagrazia Pellerino. Un impegno corale che ha portato a modificare i contenuti dei bandi che regolano gli appalti della ristorazione scolastica di Torino città, che conta oltre 8 milioni di pasti l’anno».
   «Ovviamente – aggiunge Fabrizio Galliati – nell’ambito della ristorazione scolastica bisogna prestare massima attenzione quando le amministrazioni  rivedono e preparano i bandi. Oggi gli appalti vengono affidati non più in base al massimo ribasso, ma secondo due criteri, l’offerta economica più vantaggiosa e l’offerta tecnico-qualitativa. Il nodo cruciale resta il rapporto tra le due offerte. L’obiettivo è riuscire a far sì che l’offerta economica non sia preponderante rispetto alle caratteristiche qualitative dei prodotti che si utilizzano per preparare i pasti. Il rapporto tra offerta economica e offerta qualitativa deve essere almeno paritetico: meglio ancora quando si arriva a privilegiare l’offerta qualitativa. Un passo che alcuni Comuni hanno avuto il coraggio di compiere».
   «Nelle mense di Torino e di alcuni comuni della città metropolitana – aggiunge Fabrizio Galliati – la filiera corta e i prodotti stagionali, legati al territori, sono così entrati a pieno titolo nella ristorazione scolastica. La domanda arrivata dalla pubblica amministrazione nell’ambito della ristorazione scolastica ha visto attrezzarsi e crescere gli imprenditori agricoli per poter rispondere a tale domanda. Un impegno positivo non solo per le imprese agricole direttamente coinvolte, ma per tutta la filiera corta dell’ortofrutta, così come per quella del latte e della carne. Un’esperienza positiva con ricadute significative per il settore agricolo».

–62CDTO2015 –

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