Coldiretti chiede al prossimo governo un impegno preciso per i primi 100 giorni del prossimo governo che nascerà dopo le elezioni del 25 settembre.
La maggiore organizzazione agricola europea ha messo a punto un’agenda snella e incisiva. Cinque punti per gettare le basi di un’azione di sostegno e rilancio dell’agroalimentare made in Italy. Un documento sottoscritto da tutti i partiti politici impegnati nella campagna elettorale.
In occasione dell’assemblea nazionale che si è svolta il 28 luglio alla presenza del presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, e del segretario generale, Vincenzo Gesmundo, sono state ampiamente condivise tutte le proposte del documento. Nessun distinguo da parte dei leader di partito intervenuti, Enrico Letta, Pd, Antonio Tajani, Forza Italia, Francesco Lollobrigida Fratelli d’Italia, Giuseppe Conte, M5S, Carlo Calenda, Azione, Luigi Di Maio, Insieme per il Futuro, Matteo Salvini, Lega e Stefano Patuanelli ministro delle Politiche agricole.
Prandini ha messo sul tavolo una serie di interventi finalizzati al rilancio del settore, a garantire la redditività delle imprese e a centrare entro dieci anni l’obiettivo dell’autosufficienza alimentare in gran parte delle filiere.
La Coldiretti da parte sua sta puntando molto sui servizi con Bonifiche Ferraresi e Consorzi agrari d’Italia per aiutare le imprese a impegnarsi sempre di più nella trasformazione e commercializzazione per guadagnare così quote di valore. Un obiettivo prioritario per Coldiretti è di garantire reddittività in tutte le fasi della filiera. Uno dei temi resi particolarmente caldi, con la siccità che ha messo in ginocchio l’Italia, è quello dei bacini di accumulo.
“Oggi – ha detto il presidente- tutti ne parlano, ma se ci avessero ascoltato quando abbiamo lanciato il progetto oggi avremmo limitato i danni che hanno raggiunto 6 miliardi e non saremmo stati costretti ad abbattere le vacche perché non sappiamo come nutrirle e anche i consumatori soffrirebbero di meno”. Di emergenza si muore – ha aggiunto – e chi mai risarcirà gli agricoltori dei 6 miliardi di danni: oggi sono stati stanziati 37 milioni che servono per consegnare l’acqua con le autobotti, ma non vanno all’agricoltura. Per questo è strategico investire sugli invasi. Proprio in considerazione della criticità che sta attraversando il Paese, tra guerra, caro costi e fenomeni climatici estremi, Prandini ha sollecitato a lavorare come se la crisi di Governo non ci fosse perché un rinvio degli interventi rappresenterebbe una perdita economica per le imprese.
Ha rivendicato anche alcuni risultati messi a segno dalla Coldiretti come quello sulla cisgenetica:” senza il nostro impegno non ci sarebbe stata l’apertura della Commissione europea. E’ importante intervenire sulle piante, penso all’ortofrutta perché non abbiamo scelta – ha sottolineato - o assistiamo a una riduzione della capacità produttiva o investiamo in innovazioni, il Paese che non investe in ricerca e formazione è destinato a morire”. Un altro tema in primo piano è l’etichettatura con l’indicazione d’origine.
”Nella Ue – ha incalzato Prandini – si discute di Nutriscore, ma nessuno parla dell’etichetta che deve garantire trasparenza ai consumatori”. Ha ribadito la scelta decisa verso “l’internazionalizzazione esasperata” perché il vero Made in Italy deve essere presente nel mondo in tutte le catene distributive e recuperare così i 100 miliardi realizzati dall’italian sounding. La Coldiretti la sua parte la sta facendo con la presenza operativa in tutte le principali fiere mondiali, da Berlino a New York. Ha poi invitato a considerare la questione del valore del cibo” dobbiamo imparare da quello che hanno fatto i francesi con il vino. E’ importante produrre, ma anche guardare al valore a cui vengono venduti i prodotti perché è vitale assicurare la remunerazione”.
Le energie rinnovabili restano una priorità , ma bisogna adeguare gli incentivi agli agricoltori che le producono perché non è possibile che mentre tutto è aumentato gli incentivi non si possano rettificare. Per il momento va bene coprire il fabbisogno delle aziende, ma Coldiretti intende superare il limite dell’autoconsumo e ritiene che una volta ottenuto il via libera da Bruxelles nei prossimi bandi si potrà produrre anche per vendere. Su un altro aspetto Prandini ha voluto precisare: per quanto riguarda il reddito la produzione di energia rinnovabile deve essere considerata attività agricola.
E infine il lavoro. Va bene parlare di bonus e incentivi, ma per l’agricoltura è fondamentale la defiscalizzazione del costo del lavoro. “Da parte nostra un impegno: lo gireremo al 100% ai nostri collaboratori che lavorano nelle nostre aziende per aumentare così la disponibilità di spesa”. E sempre sull’occupazione Prandini ha chiesto uno strumento per l’assunzione di stagionali. C’è un ritardo sul decreto flussi e si stanno registrando difficoltà nel reperimento della manodopera “ma non possiamo permetterci di lasciare il prodotto in campo perché non abbiamo disponibilità di lavoratori”.
La proposta di Coldiretti è di un sistema sul modello dei voucher che tenga conto delle considerazioni e perplessità espresse dai sindacati. Ma senza incidere sulla semplificazione degli adempimenti. E infine attenzione all’attuazione delle misure del Pnrr, la chiave per la sovranità alimentare, energetica e logistica. “Siamo Coldiretti – ha concluso Prandini - e l’unico paracadute che vediamo è l’agroalimentare anche per evitare tensioni sociali”.
ECCO I 5 PUNTI NEL DETTAGLIO
DIFENDERE L'AGRICOLTURA ITALIANA CON L'ISTITUZIONE DEL MINISTERO DELL'AGROALIMENTARE: DALLA LEGGE DI BILANCIO AI 35 MILIARDI DI EURO DI FONDI EUROPEI DA NON PERDERE
La prossima legge di bilancio dovrà sostenere il ruolo dell’agroalimentare nazionale, che oggi rappresenta il 25% del Pil ed è diventata la prima ricchezza del Paese, occupando 4 milioni di persone, con misure per tutelare il reddito delle aziende agricole, anche a livello di tassazione.
Misure indispensabili anche per fronteggiare il drammatico aumento dei costi, con punte del +250%. Serve un unico punto di riferimento istituzionale: il Ministero dell’agroalimentare.
Occorre investire sui contratti di filiera e sulla massima applicazione della norma contro le pratiche sleali, per difendere agricoltori e cittadini dalla speculazione.
Sulla Politica agricola comune occorre superare le osservazioni di Bruxelles e approvare in tempi stretti il Piano strategico nazionale senza il quale non sarà possibile far partire la nuova programmazione dal 1° gennaio 2023. Stiamo parlando di una dotazione finanziaria di 35 miliardi per sostenere l’impegno degli agricoltori italiani verso l’innovazione, la sostenibilità e il miglioramento delle rese produttive, tanto più vitali in un momento dove la guerra in Ucraina ha mostrato tutta la strategicità del cibo e la necessità per il Paese di assicurarsi la sovranità alimentare.
EUROPA: NO AL NUTRISCORE, NO AL CIBO SINTETICO E NO AL MERCOSUR, SI ALL’ORIGINE IN ETICHETTA, SI ALLA SOSTENIBILITÀ E SI ALLA RICERCA
In Europa serve un netto NO contro il Nutriscore e i sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo che alcuni Paesi stanno applicando su diversi alimenti sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale. Sistemi fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Serve al contrario l’obbligo di indicare l’origine in etichetta su tutti gli alimenti per garantire massima trasparenza ai consumatori.
Ma una minaccia letale per l’agricoltura italiana e la salute dei consumatori viene anche dal cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche. Un attacco alle stalle italiane e all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo che, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità”, nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi. Non possiamo accettarlo.
Così come va sempre ribadito il principio di reciprocità negli accordi commerciali e non si può accettare il trattato Ue-Mercosur, che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati da noi e ad aumentare la deforestazione e l’inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee.
Coldiretti chiede all’Europa coraggio per la transizione ecologica, con il via libera alla ricerca in campo delle new breeding techniques, da distinguere dagli OGM transgenici e alle politiche di sostenibilità per rendere l’agroalimentare sempre più competitivo, come con i biocarburanti e la bioeconomia circolare.
PNRR: LA CHIAVE PER LA SOVRANITÀ A L I M E N T A R E , ENERGETICA E LOGISTICA ITALIANA
Lo sforzo di modernizzazione e la digitalizzazione dell’agricoltura italiana e dell’intero Paese non può fare a meno del Pnrr, dove serve il massimo impegno di tutti per non rischiare di perdere quella che è un’occasione irripetibile.
Sono risorse chiave per la sovranità alimentare ed energetica del nostro Paese.
Dopo la pubblicazione del bando per il sostegno ai contratti di filiera serve accelerare anche su quello del fotovoltaico, che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo, contribuendo alla transizione green e riducendo la dipendenza energetica del Paese.
Allo stesso modo, il bando sulla logistica è fondamentale per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo, superando il gap che ci separa dagli altri Paesi europei, Spagna in testa.
STOP CINGHIALI: DIFENDIAMO CITTADINI E AGRICOLTORI
Bisogna dare risposte alle decine di migliaia di aziende che vedono ogni giorno il proprio lavoro cancellato dai 2,3 milioni di cinghiali proliferati senza alcun controllo, che mettono a rischio anche la sicurezza dei cittadini.
Serve un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992 e ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. Non c’è più tempo per le promesse, servono i fatti!
PIANO INVASI: ACQUA E ENERGIA SOSTENIBILE PER L’ITALIA
La drammatica siccità che stiamo vivendo è il risultato degli stravolgimenti climatici ma
anche di una mancanza di programmazione nella gestione delle risorse idriche. Sono passati cinque anni dalla presentazione del progetto di Coldiretti per la realizzazione dei bacini di accumulo, che avrebbero garantito acqua a famiglie e imprese e prodotto energia pulita. Il tempo perso ci è costato più di 7 miliardi di euro. Raccogliamo solo l’11% dell’acqua piovana, dobbiamo arrivare al 50%!
Una rete di invasi per catturare l’acqua quando cade e distribuirla quando non c’è deve essere una priorità per il Paese.