TORINO – La Coldiretti, da anni, ha scelto l’autonomia dai partiti, lasciando liberi i propri associati nelle scelte elettorali, usando il metodo della concertazione, la trattativa, i tavoli che sinora hanno dato buoni risultati. Tuttavia, ritengo che sia importante essere presenti negli organismi e nelle istituzioni locali, nei Comuni nei quali portare la voce dell’agricoltura e le esigenze delle nostre imprese. Noi, con la nostra presenza, presidiamo il territorio, preserviamo l’ambiente, manteniamo e realizziamo occupazione, contribuiamo all’economia e siamo portatori di valori, di cultura e di tradizioni.
Siamo in un momento difficile, nel quale ci sono molta incertezza e delusione; ci verrebbe voglia di gettare la spugna. Invece no, dobbiamo far prevalere l’ottimismo; noi che viviamo nella concretezza dobbiamo sentirci ancor più impegnati e artefici del nostro destino. E’ nostro diritto-dovere andare a votare. Il nostro voto è importante, non buttiamolo via; potrà indirizzare meglio chi ci governerà in futuro. Sosteniamo con forza i nostri programmi e le nostre idee.
Ai candidati Sindaci e agli amministratori della Provincia chiediamo di mettere al centro il settore primario. Ciò significa: salvaguardia del territorio, arresto delle indiscriminate espansioni urbanistiche di aree industriali – centri commerciali, infratrutture viarie e ferroviarie –, stop a nuove discariche e inceneritori. Nelle cabine di regia deve trovare posto la voce del mondo agricolo: per programmare e per pianificare si deve partire dal settore primario. Si devono concretamente promuovere i prodotti locali; servono maggior spazio per la vendita diretta, per le aree mercatali dei produttori, per i farmer market, per il diritto allo scaffale nella grande distribuzione organizzata, nonché marchi di territorio, distintività e rintracciabilità delle produzioni locali.
Occorre altresì ridurre i tanti balzelli burocratici imposti alle nostre imprese dalla pubblica amministrazione. Chiediamo di mantenere e potenziare i servizi sul territorio – scuole, uffici postali, servizi sociali ecc. – soprattutto nelle aree marginali e più disagiate. Nell’atto del voto dobbiamo dunque scegliere persone capaci, competenti, oneste e che abbiano dimostrato di aver lavorato per noi, che si siano impegnate per portare a soluzione le nostre proposte, che conoscano il nostro settore, che condividano i nostri programmi. Persone che possiamo premiare con la nostra preferenza sulla scheda elettorale, in qualsiasi compagine politica siano collocate.
Ho già rilevato l’importanza di andare a votare per essere attivi nei Comuni e per la Provincia. Desidero altresì porre l’accento sul valore forte che riveste il Parlamento europeo. Spesso i palazzi di Bruxelles e Strasburgo erroneamente ci appaiono un’entità lontana. Invece, la politica agricola, le direttive, gli aiuti, le leggi di mercato, le normative che regolano l’intero settore agricolo, il futuro dell’agricoltura passano dall’Europa. E’ importante concentrare il nostro voto sulle persone che veramente, concretamente, possono portare in Europa le istanze del nostro Paese, del nostro territorio, della nostra agricoltura e delle nostre imprese.
Perciò, quando metteremo nell’urna la scheda per l’Europa, occorrerà scrivere il nome di una persona che vive e ha vissuto le nostre difficoltà, che sa cosa significa la fatica dei campi, che conosce i problemi portati dall’eccesso di burocrazia, che è al corrente del fenomeno dei prezzi bassi dei prodotti agricoli e delle difficoltà che ogni giorno incontriamo nel far quadrare il bilanci delle imprese agricole. Una persona che abbia sensibilità e passione per la terra. Occorre guardare all’uomo che può aiutarci, con cui possiamo interloquire; consideriamo chi è stato coerente nel tempo, guardiamo i fatti e non le dichiarazioni.
Per tutte queste ragioni, è importante che il mondo agricolo compia una giusta scelta.
Riccardo Chiabrando
Presidente Coldiretti Torino