16 Dicembre 2021
Covid, con tamponi e quarantene crollo del turismo straniero e boom del turismo di prossimità

Il tampone per gli stranieri ma anche per gli italiani che entrano in Italia spinge il turismo nazionale di prossimità. Gli agriturismi di Terranostra sono pronti a ospitare i connazionali che preferiscono trascorrere le Feste in Italia, in maggiore sicurezza.

La stretta alle frontiere riguarda 6 milioni di viaggiatori stranieri che nell’ultimo anno prima della pandemia sono arrivati in Italia in prossimità delle feste di Natale e Capodanno. È quanto emerge da una stima della Coldiretti sulla base dei dati di Bankitalia a dicembre con il decreto sull’obbligo di quarantena per i non vaccinati e tampone obbligatorio per chi è immunizzato per poter entrare in Italia.

Una misura che scoraggia ulteriormente le vacanze all’estero dei circa 800mila connazionali che le avevano programmate quest’anno per Natale e Capodanno, comunque il 58% in meno rispetto a prima della pandemia. La diffusione della variante Omicron spinge a dire addio alle grandi capitali europee e alle destinazioni più lontane ma provoca anche una diffusa incertezza che sta facendo posticipare prenotazioni e programmi.

Il risultato è che un numero crescente di italiani non andrà all'estero magari organizzando una vacanza di prossimità. Se la montagna resta la meta privilegiata, a crescere sono le ferie a km zero soprattutto nei piccoli borghi che consentono di coniugare la voglia di tranquillità con la possibilità di godere di spazi di libertà più ampi lontano dalle città o dai luoghi turistici più affollati. Questo fenomeno è favorito anche dalla diffusione capillare dei 5mila piccoli comuni italiani che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali.

A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto una rete composta da 24mila strutture agrituristiche con 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola, secondo l’analisi di Campagna Amica e Terranostra. Gli agriturismi spesso situati in zone isolate della montagna o della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile, nell’estate del covid, garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

Ma l’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante anche per la ricerca del buon cibo con il 16% dei vacanzieri che intende partecipare ad eventi gastronomici che aiutano a salvare una parte consistente del patrimonio agroalimentare Made in Italy a partire dai 5.333 prodotti alimentari tradizionali coltivati da generazioni dagli agricoltori che non hanno solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale ma garantiscono la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate. Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

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