1 Marzo 2017
Coldiretti Torino: «L’aggressione di un branco di lupi ad un cittadino che passeggiava con il suo cane deve far riflettere»

TORINO «Dalle notizie pubblicate negli ultimi giorni sugli organi di stampa si apprende che le analisi scientifiche avrebbero stabilito, in modo inequivocabile, l’attacco di un gruppo di lupi a un cittadino di Giaveno e al suo cane durante una passeggiata. Questo evidenzia come il grido d’allarme lanciato dai pastori e dalla nostra organizzazione, ormai da troppo tempo, non fosse frutto di inventiva o di allarmismo finalizzato a esasperare una convivenza sempre più difficile». Chi parla è Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, che aggiunge: «Nonostante le decine di segnalazioni e il tentativo di affrontare la questione nella maniera più condivisa possibile, è sempre prevalsa la linea del “non problema” che penalizza fortemente i pastori, i margari e chi vive la montagna quotidianamente, permettendo il presidio del territorio, la manutenzione ambientale e il mantenimento della tradizione a favore di tutta la collettività».
«Coldiretti si è sempre data disponibile al dialogo e a ragionare su soluzioni a 360° gradi – prosegue Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino – a partire dalla sensibilizzazione dei cittadini attraverso progetti come quello lanciato nel 2016 “Ami i lupi? Adotta un pastore…!”. Un’iniziativa su piattaforma crowfunding per fornire un aiuto, con una formula nuova e diversa, a chi porta avanti l’allevamento e la pastorizia, vivendo e lavorando tutti i giorni in montagna e nelle zone collinari, trovandosi, quindi, a dover convivere con la presenza sempre più massiccia del lupo».
«Sarebbe stato importante – prosegue Fabrizio Galliati – accettare la sfida di riformare l’attuale normativa alla luce di un quadro reale cambiato negli ultimi dieci anni così come proposto dal Ministero dell’Ambiente che però non ha trovato da parte delle politiche regionali gli atti necessari per supportare tale iniziativa».  «In questo scenario – concludono Fabrizio Galliati e Michele Mellano – all’interno del quale non possono non stridere alcuni commenti di “super esperti” che sullo stesso episodio danno interpretazioni contrapposte,  a rimetterci sono tutte quelle persone che vivono in aree montane, ormai non solo più produttori e allevatori ma anche gente comune e, in ultima analisi, probabilmente il lupo stesso.  Ci auguriamo che episodi di questo tipo favoriscano la riapertura della discussione nel punto in cui si è interrotta a tutela e salvaguardia di tutti quanti, animali compresi».
–16cdto2017

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