28 Ottobre 2015
Coldiretti Torino: campagne allarmistiche immotivate danneggiano il settore zootecnico piemontese

Torino – «Lo studio dell’Oms sul consumo della carne sta scatenando una campagna allarmistica immotivata per quanto riguarda il nostro Paese, soprattutto se si considera che la qualità della carne italiana, dalla stalla allo scaffale, è diversa e migliore, così come quella degli insaccati, vanto delle nostre tradizioni, prodotti e controllati con scrupolo». Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, affronta così il tema che sta tenendo banco in questi giorni. «Nel nostro Paese – aggiunge il presidente di Coldiretti Torino – i modelli di consumo della carne si collocano perfettamente all’interno della Dieta Mediterranea che, fondata su una alimentazione basata su prodotti locali, stagionali, freschi, è il segreto alla base dei primati di longevità degli italiani. La carne dei bovini allevati nelle nostre aziende è considerata più sana, perché magra, non trattata con ormoni, a differenza di quelle americane, ottenuta nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione “Doc” che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali.  Per gli stessi salumi si segue una prassi di lavorazione di tipo tradizionale a base di sale, non a caso il nostro Paese vanta il primato a livello europeo per numero di prodotti a base di carne “Doc”, ben 40 specialità di salumi che hanno ottenuto la denominazione d’origine o l’indicazione geografica». 
   Michele Mellano, direttore Coldiretti Torino, aggiunge e commenta: «I falsi allarmi che, va precisato, non riguardano le nostre produzioni zootecniche piemontesi, confermano la necessità di accelerare nel percorso dell’obbligo di etichettatura d’origine per tutti gli alimenti, a partire dai salumi. E' questa la vera battaglia che l'Italia deve fare in Europa per garantire la salute dei suoi cittadini e il reddito delle sue imprese».
   «Le polemiche generiche e gli allarmismi ingiustificati  sulla carne rossa – riprende Fabrizio Galliati – rischiano di portare ricadute negative sulla zootecnia Piemontese forte di 900mila capi bovini, di cui 350mila capi di razza Piemontese. La carne bovina piemontese per valore dietetico e nutrizionale è stata definita tra le migliori carni in assoluto del mondo e questo tipo di allevamento, insieme agli allevamenti di altre razze altrettanto importanti, è molto diffuso anche in Provincia di Torino. Il Piemonte conta più di 15 mila addetti al settore per un fatturato che raggiunge i 500 milioni di euro per il solo allevamento, ma che supera un miliardo di euro se si raggruppa l’intera filiera, dalla mangimistica alla logistica fino ad arrivare alla macellazione».
   «Molto importanti – concludono Fabrizio Galliati e Michele Mellano – sono i segnali che stanno arrivando dagli esperti del settore della Sanità e dallo stesso Istituto Zooprofilattico che, attraverso le parole della dottoressa Caramelli, ha sottolineato come gli allevamenti italiani e piemontesi, ormai da molti anni, sono i più controllati e i più sicuri e che qualsiasi tipo di allarmismo è assolutamente ingiustificato».

–57CDTO2015 –

I MERCATI DELLA DOMENICA DI CAMPAGNA AMICA

     

Progetto Info PAC

INFO PROGETTO PAC: Apri l'articolo    

Leggi tutti gli articoli

Leggi tutti gli articoli

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi