2 Dicembre 2009
Coldiretti Torino boccia la variante “Z12” al Piano regolatore proposta da Grugliasco

TORINO – «Riteniamo illegittima la scelta del Consiglio comunale di adottare la variante strutturale “Z12” al Piano regolatore senza sottoporla alla Vas – valutazione ambientale strategica». E’ questa la forte presa di posizione che Coldiretti Torino ha inviato oggi a Marcello Mazzù, sindaco del Comune di Grugliasco. Si tratta di quattro pagine di osservazioni firmate da Riccardo Chiabrando e Diego Furia, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Torino.
  Riccardo Chiabrando spiega: «Le stesse motivazioni, del tutto insufficienti, addotte in due tornate del Consiglio comunale, dimostrano la non conoscenza degli effetti che la variante strutturale determinerebbe sulle componenti ambientali e sulle effettive possibilità di sopravvivenza delle aziende agricole. Nel merito, la variante – che da una parte pone impedimenti al normale e fisiologico sviluppo delle aziende agricole – permette di espandere l’area residenziale oltre via Martin Luther King e via fratelli Cervi, nella “Z12”, in contraddizione piena con la volontà – espressa anche a livello sovra-comunale – di contenere i margini urbani entro i limiti attuali ed evitare sfrangiamenti che serviranno nel tempo da ulteriore scusante per ampliare, con la tecnica di un passo per volta, un po’ oggi e un po’ domani, le aree edificabili che si verrebbero a formare».
  «Gli interventi di mitigazione e compensazione introdotti nella Area di intervento 80, atti a bilanciare la perdita di un’area agricola di pregio – aggiunge Riccardo Chiabrando – graverebbero tutti sul territorio rurale. I coltivatori, da un lato, si vedrebbero sottrarre terre fertili per destinarle alla edificazione, alla costruzione di zone residenziali, campi sportivi, strade, parcheggi, aree verdi e di servizio e dall’altra, per altro verso, subirebbero l’imposizione di vincoli sui loro impianti aziendali in forza dei quali non sarebbe più possibile costruire, adattare, rimodernare le strutture indispensabili per stare al passo con i tempi. Per contro, per rispondere a un inverosimile e localmente mai esistito modello paesaggistico precostituito, riportato su qualche rivista di settore, i coltivatori sarebbero costretti a costruire e mantenere fossi e alberate per compensare il danno ambientale arrecato da altri».
  Diego Furia aggiunge: «La variante poteva rappresentare una buona occasione per proporre un modello di collaborazione tra la Città e i coltivatori, azione già sperimentata con la locale amministrazione comunale per contrapporre al consumismo dei supermercati, di cui Grugliasco è super dotata, un altro modo di fare la spesa, a chilometri zero. L’occasione, tuttavia, potrebbe ancora essere recuperata qualora il Comune prendesse in considerazione le proposte di Coldiretti. L’uso del suolo, base produttiva di ogni attività agricola, dovrà essere limitato al minimo indispensabile. Occorre rimuovere i vincoli che la variante ha posto all’esercizio dell’attività rurale. Alle aziende agricole occorre consentire di costruire le strutture necessarie per esercitare non solo l’attività di produzione, ma altresì di vendita, eventualmente anche in forma associativa. Infine, la realizzazione di edifici a destinazione residenziale nei pressi di aziende agricole deve prevedere aree di rispetto e schermature che impediscano lo stabilirsi di controversie tra vicini a seguito dell’esercizio dell’attività».

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