14 Febbraio 2019
Coldiretti: prosegue il contrasto alle agromafie per difendere il made in Piemonte dai reati alimentari

TORINO - Fanno registrare un balzo del 59 per cento nel 2018 le notizie di reato nel settore agroalimentare che si estendono ai principali comparti: dal biologico al vino, dall’olio all’ortofrutta, dalle conserve ai cereali. Questo afferma Coldiretti sulla base dei risultati operativi dei 54mila controlli effettuati nel 2018 dal Icqrf, Ispettorato centrale repressione frodi, resi noti in occasione del sesto Rapporto Agromafie 2018, elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare. I settori agroalimentari più colpiti da truffe e reati nel 2018 sono: il vino, con +75% nelle notizie di reato; la carne, dove sono addirittura raddoppiate le frodi (+101%); le conserve, con +78% e lo zucchero dove nell’arco di dodici mesi si è passati da zero e 36 episodi di frode. Dalla mozzarella sbiancata con la soda al pesce vecchio rinfrescato con un “lifting” al cafados. Dalla carne dei macelli clandestini di animali rubati al pane cotto in forni con legna tossica. Dalle nocciole turche prodotte con il lavoro dei minori al miele “tagliato” con sciroppo di riso o di mais. Questi sono alcuni esempi di come la criminalità metta in tavola prodotti illegali, pericolosi o frutto dello sfruttamento dei lavoratori.
In regione Piemonte tra le produzioni maggiormente a rischio ci sono il vino - diversi infatti i casi di Barolo e Barbaresco falsificati o di wine kit per produrli con polveri - le nocciole, i tartufi, la carne ed il riso che arriva dalla Birmania frutto della persecuzione e del genocidio dei Rohingya.
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, commenta: «La filiera del cibo, dalla sua produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per calamitare l’attenzione delle organizzazioni malavitose. Occorre vigilare sui cibi low cost, dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi. E’ quindi necessario controllare, affinché tutti i prodotti che arrivano sulle nostre tavole, provenienti dall’interno o dall’estero dei confini nazionali, rispettino gli stessi criteri. Tutto ciò per garantire che, dietro agli alimenti in vendita sugli scaffali o serviti al ristorante, ci sia un percorso di qualità e legalità».
Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino, aggiunge: «Oltre ad applicare l’indicazione d’origine su tutti i prodotti e a eliminare in Italia il segreto sui flussi commerciali per consentire interventi mirati in situazioni di emergenza, è urgente approvare una nuova normativa sui reati agroalimentari che recepisca il lavoro svolto - e mai attenzionato dal Parlamento -, nel 2015 dalla Commissione presieduta dal procuratore Giancarlo Caselli. Ben vengano i controlli effettuati dalle forze dell’ordine grazie ai quali siamo in grado di far emergere casi che in altri Paesi, dentro e fuori l’Unione europea, non verrebbero smascherati. Gli organi preposti per presidiare il territorio svolgono un ruolo anche a difesa e salvaguardia della salute dei cittadini, dell’ambiente e del territorio stesso, oltre che del tessuto economico torinese, piemontese e nazionale».

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