29 Luglio 2020
Coldiretti: la crisi dell’export agroalimentare si supera con un piano straordinario di internazionalizzazione

TORINO Tre imprese agroalimentari su quattro che esportano, ha registrato una diminuzione delle vendite all’estero, per effetto di una pioggia di disdette, provenienti dai clienti di tutto il mondo, a causa dell’emergenza Coronavirus. Questo emerge da un’indagine Coldiretti Ixe’ in occasione della presentazione del XXXIV Rapporto Ice e dell'Annuario 2020 Istat-Ice.

A pesare è stata inizialmente la disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale, anche di Paesi alleati con addirittura la assurda richiesta di certificati “virus free” sui prodotti agroalimentari Made in Italy a cui si è aggiunta successivamente la drammatica crisi della ristorazione a livello globale che vede la cucina italiana protagonista in tutto il mondo. Il risultato è un conto salato per l’agroalimentare tricolore dove a pagare sono stati soprattutto il settore del vino e del florovivaismo, ma difficoltà sono segnalate anche per ortofrutta, formaggi, salumi e conserve.

L’export piemontese non è da meno e ha sofferto la crisi: è sceso più di 660 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2019, con una flessione che riguarda tutto il territorio, come emerge dal rapporto Ires Piemonte. «Per fronteggiare gli effetti della pandemia sull’export la Coldiretti chiede un piano straordinario di internazionalizzazione con la creazione di nuovi canali e una massiccia campagna di comunicazione per le produzioni 100 per cento Made in Italy - afferma Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino -. Occorre superare l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse, puntando a una regia nazionale, attraverso un’Agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo con il sostegno delle Ambasciate. La situazione rischia di diventare ancora più pesante dopo la scadenza dell’ultimatum del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per l’applicazione di nuovi dazi ad una lista di prodotti europei tra cui il vino che per il Piemonte rappresenta, proprio verso gli Stati Uniti, una importante voce di export arrivata a 200 milioni di euro visto che ne assorbono il 35 per cento. Coldiretti chiede di impiegare tutte le energie diplomatiche per superare i dazi Usa, oltre all’embargo russo».

 

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