18 Giugno 2013
Coldiretti Impresa Pesca ha incontrato gli operatori del Comit, mercato all’ingrosso dei prodotti della pesca di Torino

Torino – «Nei giorni scorsi Coldiretti Impresa Pesca ha incontrato gli operatori del Comit – Mercato regionale dei prodotti della pesca – spiega Giancarlo Chiesa, referente regionale di Coldiretti Impresa Pesca –. All’incontro con i 18 grossisti del Comit erano presenti  quattro aziende ittiche aderenti a Coldiretti che hanno presentato le loro produzioni: Delia Revelli, dell’azienda agricola San Biagio, di Cuneo; Fabio lacchini, della Cooperativa armatori e operatori della pesca, di Cesenatico; Eros Bocchini, della New-Copromo, di Fano; Francesco Caldaroni, del gruppo imprese di pesca a strascico organizzate, di Civitanova Marche. Presenti anche Daniela Borriello, referente Impresa Pesca Liguria e Maurizio Del Chiaro, referente Impresa Pesca Toscana, Marco Girò di Coldiretti Piemonte e Gabriele Canepa, buyer della Sogegross Liguria. Alla riunione ha partecipato Francesco Petrarulo, amministratore unico di Comit e lo staff tecnico del mercato con i referenti di sicurezza e autocontrollo. Con questa riunione abbiamo messo in contatto chi produce e chi commercializza. E’ la prima volta che in Piemonte attorno allo stesso tavolo viene avviato un confronto tra produttori, pescatori e acquirenti. Obiettivo è quello di far entrare i prodotti della pesca e dell’acquacoltura in modo permanente nei vari circuiti di vendita nazionale. La relazione annuale di attività dei servizi veterinari delle Asl piemontesi, anno 2010, censisce 275 impianti ittici, con una produzione di 19.838 quintali».
   Tonino Giardini, responsabile nazionale di Coldiretti Impresa Pesca, spiega: «Il vero problema per il settore ittico è il mercato.  Per anni, sbagliando, si è puntato sui problemi delle barche e degli impianti di produzione. In realtà abbiamo perso di vista il mercato e oggi ci troviamo in una situazione veramente problematica. Questo settore è vicino al fallimento. Negli ultimi vent’anni ha chiuso un terzo delle imprese, con una perdita di 18mila posti di lavoro. E le imprese che sono rimaste faticano a fare reddito. Oggi il 70 per cento del pesce consumato è un prodotto importato: la produzione nazionale è scesa sotto quota 30 per cento. La maggior parte del pesce si consuma fuori dalle mura domestiche, in casa la gente, per una serie di motivi, non mangia più pesce. L’introduzione dei regolamenti comunitari a partire dal 1993, e la successiva riforma del 2004, ha spazzato via un tessuto di piccoli dettaglianti e commercianti ambulanti che battevano le coste e l’entroterra. Per noi erano una ricchezza importante: distribuivano il pescato su tutto il territorio, nei Comuni piccoli e sperduti. Il risultato è che oggi il prodotti ittico viene consumato e acquistato soltanto in ipermercati o nei negozi specializzati, siti solo in grandi città. Gran parte dei consumatori ha così perso l’opportunità di incontrarsi con il prodotto pesce. Inoltre il pesce, così come noi lo si propone, spesso non è più funzionale alle esigenze del consumatore. In agricoltura quasi più nessuno porta un prodotto senza servizi: una lavorazione o una preparazione. Da questo punto di vista la pesca è rimastra ferma a 20-30 anni fa. Con Coldiretti Impresa Pesca intendiamo rimettere al centro il mercato. Con questo intento abbiamo avviato una serie di incontri su tutto territorio nazionale per informare sia i pescatori, sia gli operatori sulle questioni emergenti legate al rinnovo della politica comune della pesca ai nuovi fondi strutturali e per presentare iniziative a sostegno del settore».
  Giancarlo Chiesa precisa: «Coldiretti Impresa Pesca ha avviato iniziative negli agriturismi per il ritorno ai venerdì di magro che prevedono un consumo di pesce, nel rigoroso rispetto della tradizione. Anche nel settore della pesca Coldiretti mira a organizzare e difendere i piccoli produttori che costituiscono una ricchezza importante. Parlo di piccoli produttori e del segmento di flotta con dimensioni ridotte che opera vicino alla costa e vende nelle vicinanze del proprio territorio». Giancarlo Chiesa conclude: «A Torino abbiamo avviato il confronto tra produttori di Veneto, Piemonte, Emilia Romagna. Cerchiamo di intessere nuove relazioni per superare il momento di difficoltà che vive il settore commerciale della pesca. Se vendere è diventato sempre più difficile, riscuotere è il reale problema. Inoltre i prezzi alla produzione sono troppo bassi e non consentono di ripagare investimenti e sforzi. Tra gli impegni di Coldiretti Impresa Pesca vi è quello di accorciare la filiera per tutte le tipicità ad alta valenza di identità territoriale o costiera e, infine, promuovere il consumo di specie ittiche attualmente di minor interesse del mercato, per fornire il giusto reddito al produttore e un risparmio al consumatore, anche nel rispetto della stagionalità del pesce».
   Delia Revelli, dell’azienda agricola San Biagio, di Cuneo, produttrice di pesci di acqua dolce, di trote, afferma: «Io trasformo buona parte della mia produzione di trote: filetti di trota grigliati, trota affumicata, salame di trota, vasetti di patè di trota, vasetti di ragù di trota. In Piemonte ci sono produttori di pesci di acqua dolce un po’ in tutte le provincie e sarà importante costruire sinergie con il mondo della commercializzazione presente al mercato all’ingrosso dei prodotti della pesca. Nell’acquacoltura della regione non ci sono problemi di sovra produzione. Noi produttori stiamo lavorando per arrivare a entrare maggiormente nelle case dei consumatori: per questo parte delle produzioni viene trasformata. Quello dei trasformati è un ramo che, negli ultimi anni, si è ritagliato fette di mercato sempre maggiori».
   Raffaele Petrarulo, direttore e amministratore unico del mercato ittico di Torino, afferma: «Comit, dal 1° giugno scorso, è diventata una struttura privata: stiamo funzionando come consorzio, con 18 operatori. Siamo l’unico mercato ittico del Piemonte. Il pesce che esce da qui è controllato e certificato. Ben venga l’iniziativa di Coldiretti Impresa Pesca che punta a mettere in sinergia produttori e pescatori con chi commercializza le produzioni ittiche. Comit è punto di riferimento regionale per il settore. Al mercato ittico di Torino arriva pesce da tutta Italia e da tutta Europa: si tratta di prodotto fresco, pescato appena il giorno prima».

–56CDTO2013 –

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