Torino - «Le nuove disposizioni per la gestione e il controllo della popolazione di cinghiali nelle aree protette, approvate nel dicembre scorso dalla Giunta regionale del Piemonte, impediscono ai selecontrollori della Provincia di intervenire. Nel Torinese il risultato è che i cinghiali sono tornati a devastare i campi siti a ridosso del parco La Mandria». La denuncia è di Riccardo Chiabrando, presidente di Coldiretti Torino, che nei giorni scorsi, accompagnato da alcuni coltivatori di Druento, ha visitato campi e prati confinanti con il parco regionale danneggiati dai cinghiali.
Riccardo Chiabrando afferma: «La deliberazione della Giunta regionale, approvata il 7 dicembre scorso, di fatto esclude la Provincia e l'organizzazione provinciale - selecontrollori, cacciatori esperti e guardie giurate volontarie - dai soggetti che hanno competenza e titolo per intervenire operativamente all'interno della aree protette. Gli Enti parco devono presentare i piani di prelievo della popolazione di cinghiali alla direzione regionale competente, corredati dal parere dell'Ispra - Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – sito a Bologna. La nuova normativa regionale, di fatto, ha limitato gli abbattimenti nelle aree protette».
«E’ possibile vedere il risultato delle nuove disposizioni nei campi di Druento – aggiunge Chiabrando –: la cotica dei prati viene ripetutamente danneggiata, con la perdita non solo del raccolto e la compromissione del prato polifita. Ogni notte i cinghiali buttano all'aria aree prative. Il provvedimento regionale si è rivelato inefficace e controproducente. Coldiretti rivolge un appello alla Regione e alla Provincia: occorre istituire un tavolo per rimediare a tale situazione. Gli imprenditori agricoli sono esasperati e, a breve, si attendono interventi concreti e risolutivi. Tre mesi fa Regione e Provincia si erano impegnati con gli amministratori di Druento a cercare una soluzione per limitare la popolazione di ungulati presenti nel parco La Mandria. Non è successo nulla, anzi, la situazione è peggiorata».
«I coltivatori chiedono una drastica riduzione degli ungulati presenti nel parco – aggiunge Riccardo Chiabrando –. Alla Regione chiediamo di renderci edotti sulle ragioni che hanno portato ad approvare una norma che taglia fuori i selecontrollori della Provincia. La primavera si avvicina e senza efficaci prelievi degli ungulati le semine sono a rischio: da sempre i cinghiali devastano i terreni appena coltivati per mangiare i semi di mais».
3 Febbraio 2011
Cinghiali: le nuove disposizioni regionali escludono i selecontrollori della Provincia