TORINO «La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, nei giorni scorsi ha approvato tre delibere che riformano la caccia – informa Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino –. La Regione ha deciso una razionalizzazione degli attuali 38 Atc, Ambiti territoriali di caccia e Ca, Comprensori alpini, piemontesi, riducendone i comitati di gestione a 22. Viene definita una riorganizzazione gestionale interna dei comitati di gestione, dimezzando il numero dei partecipanti».
«La riforma relativa alla governance della caccia in Piemonte, arrivata con le tre delibere della Giunta regionale – aggiunge Fabrizio Galliati – consentirà di ridurre drasticamente i costi di gestione e di avere più trasparenza e controllo sull’attività degli ambiti di caccia. Ora, però, è necessario velocizzare le procedure e i tempi per affrontare e risolvere la questione dei danni da fauna selvatica e, soprattutto, provvedere tempestivamente a erogare agli agricoltori i risarcimenti per i danni alle colture provocati dai selvatici. I danni da fauna selvatica sopportati dalle aziende agricole del territorio piemontese sono un’emergenza non più sostenibile dagli imprenditori agricoli. Un’emergenza dai risvolti anche sociali se si considerano i rischi per i cittadini che, sempre più spesso, sono coinvolti in incidenti stradali causati dai selvatici».
«Gli agricoltori subiscono danni alle colture che incidono in modo negativo sui risultati economici aziendali – precisa Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino –. Anche per non gravare ulteriormente il bilancio degli enti pubblici, chiediamo di attuare azioni che prevengano e riducano i danni, a partire da abbattimenti efficaci e tempestivi dei selvatici. Gli imprenditori agricoli lavorano per raccogliere quanto seminato e non per avere risarcimenti che, spesso, sono tardivi e non sono correlati all’entità dei danni subiti. Il contenimento della fauna selvatica è una necessità che travalica le esigenze di difesa del settore primario e porterebbe benefici positivi non solo agli agricoltori, ma anche all’equilibrio ambientale, alla sicurezza sanitaria e a quella stradale».
–59CDTO2016 –