23 Ottobre 2017
Boschi della valle di Susa in fiamme

TORINO «Il fuoco divora e distrugge i boschi della Valle di Susa – afferma Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino –. In valle di Susa i territori più colpiti sono quelli di Caprie, Celle, Bussoleno, Giaveno, Rubiana e Trana. Complice siccità e vento solo ieri,  sono bruciati decine di ettari. E non è finita».
   «La giornata di ieri è stata drammatica – aggiunge Fabrizio Galliati –. Il fuoco è partito dalle borgate della montagne appena sopra Bussoleno. Il forte vento ha subito sparso gli incendi nei boschi vicini. La siccità dei mesi scorsi ha agevolato l’avanzata dei fuochi. Da sempre  i boschi sono una risorsa per le terre alte come la Valle di Susa: parte dell’economia di valle deriva dalla forestazione. A soli due giorni dalla partenza degli incendi i danni ambientali sono davvero rilevanti». Il presidente della Coldiretti di Torino, prosegue: «La montagna va difesa in tutti i modi dal pericolo degli incendi. La recente  legge in difesa dei piccoli comuni, con meno di 5mila abitanti, intende arginare lo spopolamento e promuove una economia sostenibile. Da anni lavoriamo a provvedimenti di ricomposizione fondiaria dei territori montani che riducano la parcellizzazione e frammentazione dei territori. Tutto questo perché siamo coscienti che la tutela e la manutenzione del bosco e delle foreste, svolta dalla imprese agricole montane è, da sempre, la più efficace forma di difesa e presidio dei territori montani. Coldiretti è altresì impegnata a costituire e sostenere le filiere della manutenzione del bosco. Chiediamo agli enti locali politiche a sostenere delle imprese agricole montane multifunzionali che presidiano e difendono il territorio».
   Michele Mellano, direttore Coldiretti Torino, aggiunge: «Gli ultimi anomali incendi di autunno sono la punta dell’iceberg di una stagione drammatica che ha visto a livello nazionale andare a fuoco 140mila ettari di bosco andati a fuoco dall’inizio dell’anno, il triplo del 2016. In Piemonte è caduta il 98 per cento di pioggia in meno rispetto alla media nella prima decade di ottobre. Le precipitazioni sono state abbondantemente sotto la media in tutti i mesi del 2017 fatta eccezione di febbraio. Il risultato è lo smog nelle città, la siccità nelle campagne e il verificarsi di incendi del tutto insoliti nella stagione autunnale per effetto della vegetazione secca. Nelle foreste andate a fuoco saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi. che coinvolgono decine di migliaia di appassionati. Per ricostituire i boschi andati in fiamme ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.
 
–57cdto2017

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