TORINO – «In attesa del varo di una nuova legge regionale sulla caccia occorre utilizzare al meglio gli attuali strumenti per contrastare i danni che gli ungulati portano al settore agricolo. Non è inseguendo i sogni di nuove leggi che si porterà automaticamente a soluzione i tanti problemi che i cinghiali infliggono al settore. Uno strumento che abbiamo a disposizione sono le squadre di abbattimento: quando funzionano a dovere i risultati arrivano. Là dove gli abbattimenti si fanno, i danni alle colture non aumentano»: Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti Torino, sintetizza così la serie di riunioni organizzate con gli amministratori dei Comuni dell’Atc To5. Dopo Marentino l’incontro si è svolto a Casalborgone, alla presenza di amministratori locali e del presidente del Parco del Po e della Collina Torinese Giuseppe Bava.
«Le riunioni sono servite a fare il punto della situazione in merito alle criticità dovute agli ungulati in tutta l’area dell’Atc To5 – aggiunge Roberto Moncalvo –. E’ emerso chiaramente che le criticità presenti in molte aree del territorio sono direttamente legate alla scarsa efficienza di alcune squadre di cacciatori. La situazione danni alle colture è particolarmente pesante nel territorio di Casalborgone, di Rivalba e per tutti i comuni da San Mauro verso Nord. Naturalmente la richiesta è che, quanto prima, venga posto rimedio alla scarsa efficienza dimostrata da alcune squadre di abbattitori. E’ altresì emerso come, rispetto al passato, il Parco del Po e della Collina Torinese abbia aumentato notevolmente il numero di abbattimenti e le azioni di contenimento degli ungulati».
Il presidente di Coldiretti continua così: «Nei confronti della proposta di legge regionale sulla caccia e sul controllo della fauna selvatica, la Coldiretti – con il sostegno di larga parte delle amministrazioni comunali – chiede alla Giunta, guidata da Roberto Cota, di semplificare il quadro normativo e, naturalmente, di aumentare l’efficienza degli abbattimenti. Le indicazioni emerse dalle riunioni saranno comunicate alla Regione Piemonte affinché vengano recepite dalla nuova normativa in corso di approvazione. Tutto questo fermo restando una consapevolezza di fondo: una nuova legge non basterà a riportare automaticamente a normalità l’emergenza ungulati. I nuovi provvedimenti normativi andranno comunque accompagnati dal buon senso di chi opera gli abbattimenti. Siamo altresì coscienti del fatto che su questo tema la Provincia in questi anni ha fatto tutto quanto era nelle sue possibilità».
«L’efficienza delle squadre che effettuano gli abbattimenti è molto diversa da zona a zona. – chiude Roberto Moncalvo –. Questa situazione si può migliorare già oggi: l'ATC può decidere di sostituire le squadre poco efficienti, oppure programmare una rotazione. Insomma, se si vuole, già oggi la situazione può migliorare. I mancati abbattimenti hanno conseguenze pesanti per il settore agricolo. E questo lo stiamo vedendo chiaramente: la situazione danni alle colture è particolarmente pesante in alcune zone della collina torinese, in particolare il territorio di Casalborgone, San Sebastiano, Rivalba, fino a San Mauro. La situazione è davvero grave. Gli agricoltori vogliono poter vivere del loro lavoro e non possono certo posare recinti elettrici in tutti gli appezzamenti per tentare di salvaguardare le colture. Gli agricoltori oggi sono esasperati, al punto che rinunciano anche a denunciare i danni».
–64CDTO2013 –