17 Maggio 2021
Ampliati i soggetti che possono cacciare i selvatici. Per Coldiretti Torino è la strada giusta, ma non basta

Coldiretti Torino: «Ora però devono partire le assunzioni di agenti faunistico ambientali»

Venerdì 14 maggio la Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, cibo, caccia e pesca, Marco Protopapa, ha recepito la sentenza della Corte Costituzionale numero 21, del 14 gennaio 2021, nella quale si integrano i soggetti autorizzati che possono essere impiegati nell’attività di controllo del cinghiale. E’ quanto chiesto da Coldiretti Torino, da tre settimane, con il lavoro iniziato con il tavolo convocato il 26 aprile scorso dalla Prefettura a Torino.

La Giunta, guidata dal presidente Alberto Cirio, ha modificato la delibera regionale in materia di prevenzione dei danni da cinghiale, stabilendo che per l’attuazione dei piani di controllo le Province e la Città Metropolitana di Torino si avvalgono della collaborazione dei proprietari o conduttori dei fondi ricompresi nelle aree interessate dai piani di abbattimento, delle guardie venatorie volontarie e di cacciatori individuati in possesso di specifica formazione, tutti operanti sotto il coordinamento delle stesse amministrazioni;  di stabilire che i cacciatori in possesso di attestato di selecontrollore e i cacciatori che hanno effettuato e superato il corso ai sensi della delibera regionale del 2019 possono essere inclusi tra i soggetti dotati di specifica formazione; e, infine, che gli attestati di formazione specifica rilasciati dalle Province e dalla Città Metropolitana di Torino, relativi al controllo del cinghiale sono validi su tutto il territorio regionale.

«Finalmente, dopo tutto il nostro lavoro, i nostri incontri e le nostre “pressioni” la Regione Piemonte e l’assessore Marco Protopapa ci hanno ascoltato - dichiara Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino -. Con il provvedimento approvato stamattina dalla Giunta regionale le amministrazioni provinciali e la Città Metropolitana, enti deputati a gestire il piano di controllo dei cinghiali, hanno finalmente la possibilità di avvalersi di personale formato e specializzato. Ora attendiamo i fatti e l’inversione dell’attuale tendenza. Prima non potremmo ritenerci pienamente soddisfatti. Oltre a questo infatti bisogna sbloccare le assunzioni degli agenti faunistico-ambientali che si attivino concretamente per l’abbattimento dei capi in toltale sicurezza per la popolazione. Questo lo possono fare le provincie e la Città Metropolitana soltanto se avranno la garanzia da parte della Regione Piemonte della copertura dei fondi necessari per l’assunzione, quantomeno in Città Metropolitana, di almeno una ventina di operatori, dato che al momento sono soltanto 3 le guardie operative».  

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