12 Luglio 2023
Allevamenti bovini fuori dalla Direttiva contro l’inquinamento industriale

Il Parlamento europeo lascia fuori gli allevamenti bovini dalla Direttiva sull'inquinamento industriale. Una vittoria di Coldiretti che in Europa si è battuta contro l'equiparazione delle emissioni da deieizioni degli allevamenti a quelle delle grandi industrie.

Nel corso degli scorsi mesi la Commissione europea, nell’ambito del processo di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali, aveva proposto di ampliare il campo di applicazione di tale normativa estendendola sia all’allevamento bovino (in presenza di una consistenza pari o superiore a 150 UBA), sia ai nuovi allevamenti suinicoli e avicoli di minori dimensioni.

Una proposta che avrebbe comportato, se attuata, una significativa riduzione della soglia di applicazione ed un ampliamento dei settori interessati (considerando che gli allevamenti bovini sono attualmente esclusi, per il settore suinicolo il livello di applicazione è rappresentato dalla soglia di 2 mila suini da riproduzione o 750 scrofe e per gli allevamenti avicoli 40 mila capi di pollame).

Alla fine dello scorso mese di aprile la Commissione Agricoltura (COMAGRI) aveva espresso parere contrario.

Tale orientamento, ovvero il non ampliamento del campo di applicazione della Direttiva sulle emissioni industriali, è stato confermato dal Parlamento europeo che ha votato con la maggioranza di 367 voti a favore l'esclusione degli allevamenti bovini dalla revisione della direttiva sulle emissioni industriali dei bovini, e decidendo per avicoli e suini lo stop a ulteriori nuovi oneri. Bocciata dunque la proposta della Commissione europea di ampliare le attività coperte dalla direttiva agli allevamenti di bovini da 150 capi in su, che di fatto equiparava le aziende zootecniche di piccole/medie dimensioni alle attività industriali.

L’iter prevede ancora un ulteriore passaggio con il trilogo (cui prendono parte rappresentanti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione) e il confronto con la posizione del Consiglio Agricolo, che aveva incluso il settore bovino nella nuova direttiva, pur se con soglie più elevate rispetto alla proposta della Commissione.

«Ha vinto il buonsenso - osserva il presidente provinciale di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - Non sarebbe stato giusto criminalizzare un settore come quello dell'allevamento che non è il principale responsabile dell'inquinamento dell'aria e del cambiamento climatico e che sta dimostrando di essere il settore con le maggiori potenzialità green. Le emissioni degli allevamenti si possono convogliare in centrali a biogas, con le stesse emissioni si può produrre biometano che una volta usato come combustibile per auto o per riscaldamento non produce emissioni climalteranti, inoltre, la Co2 può essere trattenuta e venduta come anidride carbonica alimentare. Aveva senso trattare da inquinatore un settore che si avvia ad essere prezioso per la svolta energeitca green d'Europa? Credo proprio di no».

 

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