18 Febbraio 2014
Agricoltura sociale: la nuova Agricoltura sociale: la nuova

Torino – «L’agricoltura sociale è la nuova frontiera della multifunzionalità. Anche in provincia gli imprenditori agricoli, al pari di altri cittadini, guardano al futuro cercando stabilità non solo nella produzione di reddito, ma organizzando, in modo civico, la capacità di assicurare servizi e reti di comunità». Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, spiega: «Da dieci anni Coldiretti Torino ha intrapreso azioni volte ad approfondire il tema dell’agricoltura sociale, facilitando una serie di sperimentazioni. Un percorso che nasce dall’analisi dei risultati di alcuni progetti realizzati nella passata programmazione comunitaria dei Fondi strutturali che avevano come obiettivo l’individuazione di strumenti a favore delle pari opportunità, dell’equità sociale e della conciliazione lavoro-famiglia nelle aree rurali. Si tratta di attività progettuali che concorrono a migliorare la qualità della vita in territori dove è presente il fenomeno dell’esclusione sociale».
«Le azioni progettuali realizzate – aggiunge Moncalvo – consentono di conoscere e approfondire questo aspetto nuovo della multifunzionalità agricola, ma soprattutto di riconoscere il ruolo cardine che l’agricoltura sociale ha in percorsi di rigenerazione e mantenimento di eque condizioni socio economiche nei territori rurali. Sono state sperimentate azioni concrete nell’area dedicata all’offerta di servizi per la popolazione».
«In provincia di Torino – continua ancora il presidente Roberto Moncalvo – sono stati avviati i primi agriasili d’Italia. Coldiretti, con altri attori del territorio ha realizzato percorsi di  costruzione di progetti di filiera orizzontali. Le imprese agricole sono state accompagnate alla sperimentazione di pratiche innovative.  Esperienze che vedono le aziende diretto coltivatrici impegnate in percorsi formativi realizzati insieme al dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa. Questo ha consentito di realizzare una rete territoriale che oggi è così formata: 38 aziende agricole, 15 cooperative sociali, 5 associazioni, 5 comuni, una unione di comuni, 1 Gal, 1 Provincia, 2 Asl, 2 Consorzi dei servizi. Una rete che ha già sfornato i primi risultati: tre milioni di euro di prodotti agricoli e di servizi; 37 nuove assunzioni nelle sole imprese agricole; 160 persone fruitrici dei servizi; la nascita di 4 nuove imprese. In corso Moncalieri, a Torino è stata aperta aSociale, il primo punto vendita in Italia di prodotti provenienti da agricoltura sociale della rete locale di imprese agricole». 
«La sperimentazione nel campo dell’agricoltura sociale – aggiunge Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino – ha prodotto una serie di frutti. Nell’ambito dei servizi alla popolazione va segnalato l’agrinido, un asilo tradizionale spostato in fattoria. Il servizio è offerto a bambini e bambine da 0 a 3 anni. In provincia sono attivi due agrinidi. Un altro servizio promosso dagli imprenditori agricoli – in collaborazione con gli assessorati alle Politiche sociali, agricoltura, formazione e lavoro della Regione – è l’Agritata: una persona del nucleo familiare dell’azienda agricola, adeguatamente formata che offre un servizio di educazione e di cura presso l’azienda stessa. Ogni cascina può accogliere fino a 5 piccoli, di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni. In provincia operano dieci Agritate». 
Mellano prosegue: «Alcune aziende agricole, per facilitare la conciliazione tra impegni di lavoro e familiari nei periodi di chiusura delle scuole o nel dopo scuola, offrono servizi per la cura e la custodia diurna e residenziale degli studenti. In tutta la provincia 13 aziende agricole offrono centri estivi e cinque centri invernali o servizio di post scuola. Un’azienda ha realizzato il progetto denominato “AgriAccademia”, ospitando in laboratori di continuità, bambini compresi tra i 3 e i 6 anni di età. Non mancano i progetti di sostegno e integrazione socio-lavorativa di persone in situazione di svantaggio, finanziati dal Fondo regionale disabili gestito dalla Provincia di Torino. Sono venti le aziende agricole che, non a obbligo di legge,  hanno avviato progetti di integrazione socio lavorativa di persone particolarmente vulnerabili che hanno alle spalle ripetuti insuccessi nella partecipazione al mercato del lavoro. A oggi undici beneficiari sono stati regolarmente assunti dalle aziende agricole».
Il presidente Roberto Moncalvo riprende: «Dal 2003 Coldiretti Torino è partner di un progetto coordinato dalla Provincia di Torino per l’inserimento lavorativo di donne in difficoltà e in uscita da percorsi di violenza e tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Grazie al coinvolgimento delle aziende agricole e all’accompagnamento di tutor specializzati sono state inserite in tirocinio 4 donne che, al termine del percorso, hanno ricevuto regolare proposta di assunzione. Altri due inserimenti lavorativi sono in corso.  Sempre in provincia di Torino 5 aziende agricole, in collaborazione con i servizi delle Asl e con i servizi sociali territoriali, offrono percorsi di onoterapia e ippoterapia. Sei aziende offrono invece piccole aree coltivabili e orti sociali e accompagnano in percorsi strutturati, ragazzi disabili e minori, con problemi di giustizia. Alcuni imprenditori mettono a disposizione persone, relazioni, animali e piante per realizzare un ambiente accogliente per minori in difficoltà o persone disabili attraverso gli affidi familiari e diurni. Infine, altri imprenditori agricoli, hanno avviato percorsi di affido familiare, alcuni rivolti a persone disabili, altri all’affido diurno di minori».

–08CDTO2014 –

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