29 Gennaio 2016
Agricoltura sociale e innovazione nelle valli di Lanzo

Lanzo – Un laboratorio di idee sull’agricoltura sociale e innovazione nel settore agricolo alla luce del nuovo Psr, programma di sviluppo rurale. Questa l’iniziativa organizzata, nel pomeriggio di lunedì 25 gennaio scorso, al Centro Lanzo Incontra, in piazza Rolle, a Lanzo. Oltre centoventi sono stati i partecipanti all'appuntamento, tra cui anche molti sindaci delle valli e i Presidenti delle due Unioni Montane. 
   «Abbiamo organizzato un laboratorio sull’agricoltura sociale incentrato sulle esperienze presenti nel territorio di queste valli, così come abbiamo già fatto in altre zone montane, sempre della provincia di Torino – spiega Stefania Fumagalli, responsabile ufficio Progetti di Coldiretti Torino –. La finalità è informare e fare animazione sul tema dell’agricoltura sociale, anche alla luce dell’uscita della legge nazionale. L’intento è favorire l’incontro tra aziende agricole e tutti gli attori presenti sul territorio interessati alla pratiche di agricoltura sociale. Un laboratorio di idee anche per iniziare a disegnare e far maturare ipotesi di sviluppo alla luce dei nuovi fondi strutturali che, a seguito dell’imminente apertura dei bandi, permetteranno di fare sperimentazione anche su questi territori».
   Mario Poma, direttore del GAL Valli Lanzo Ceronda e Casternone, aggiunge: «Il GAL con questa iniziativa ha inteso, in accordo con Coldiretti Torino, che è socio del GAL, raccogliere esperienze, progettualità e progetti di collaborazione tra le imprese in tema di agricoltura sociale. Come GAL disporremo a breve di strumenti finanziari importanti per sostenere i progetti che nasceranno o sono già nati e si intendono sviluppare nel nostro territorio. Alcuni imprenditori  che stanno già portando avanti attività di agricoltura sociale sono stati da stimolo per tutti gli altri coltivatori venuti a sentire cosa si sta muovendo nell’ambito dell’agricoltura sociale. Con questa iniziativa abbiamo potuto raccogliere tutte le progettualità presenti sul territorio in modo da poterle sostenere nell’ambito delle risorse del nuovo Programma di sviluppo rurale».
   «Nella aree montane il tema del welfare e dei servizi è problematico perché la crisi delle risorse pubbliche progressivamente li sta allontanando, rendendo più difficile alle genti che popolano valli e montagne la possibilità di avere una buona qualità di vita o servizi equivalenti a  quelli presenti in ambito urbano – afferma Francesco Di Iacovo, prof. di Economia agraria all’università di Pisa –. Nello stesso tempo le risorse dell’agricoltura sono presenti e diffuse in questi territori, spesso anche con strutture che possono prestarsi all’accoglienza. Ad esempio, penso agli agriturismi che, in alcuni periodi dell’anno, non sono pienamente utilizzati. Ecco, l’agricoltura sociale può consentire, anche mediante servizi molto innovativi, di organizzare attività di welfare rivolte per le famiglie per i bambini e per gli anziani. Le imprese agricole possono costituire  una risorsa utile per rafforzare la rete di protezione e consentire una migliore qualità della vita in questi territori. Si tratta di servizi che possono venire offerti a cittadini che vivono prevalentemente in ambito urbano. In tal modo chi risiede in città per parte dell’anno ha l’opportunità di modificare il proprio stile di vita con un contatto diretto con la natura, non solo in ambito turistico. L’agricoltura sociale può offrire servizi che sono a metà tra lo svago e la qualità della vita: penso in particolare agli anziani autosufficienti».
  Di Iacovo chiude così: «Oggi i GAL, Gruppi di Azione Locale – soprattutto nell’attuale fase di revisione dei sistemi istituzionali, penso alla nascita delle città metropolitane e alla chiusura delle amministrazioni provinciali – possono giocare un ruolo rilevante nelle aree rurali dove operano per cercare di favorire una progettazione intercomunale. Nell’ambito dello sviluppo rurale i GAL possono, nel caso dell’agricoltura sociale, promuovere attività di animazione capaci di costruire – insieme alle organizzazioni professionali agricole come Coldiretti – da una parte reti locali e dall’altra, in accordo con il livello istituzionale regionale, promuovere la diffusione di strumenti e di interventi a  sostegno della diffusione di queste pratiche».
   Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, spiega: «Con il laboratorio di idee abbiamo portato anche a Lanzo l’esperienza e la competenza in tema di agricoltura sociale della nostra federazione provinciale.  Coldiretti Torino, quale precursore, in questi anni, ha avuto modo di ideare e sperimentare buone pratiche di agricoltura sociale. Una esperienza che in buona parte è entrata direttamente nell’impianto della legge sull’agricoltura sociale. Alle imprese agricole presenti al Centro Lanzo Incontra abbiamo spiegato che vale la pena impegnarsi nell’ambito di progetti di questa portata, anche alla luce dei fondi del nuovo Programma di sviluppo rurale e del Piano di sviluppo locale, così come dei progetti transfrontalieri. Si tratta di opportunità importanti per le imprese agricole. Siamo in un momento di forte crisi che ha investito in modo pesante anche il settore primario. L’agricoltura sociale, nel concretizzare appieno il concetto di multifunzionalità, può costituire una buona opportunità per gli imprenditori agricoli che popolano queste valli così come le terre alte di tutta la nostra provincia».
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02cdto2016

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