14 Maggio 2021
90 comuni della Provincia hanno già accolto l’appello di Coldiretti Torino per fermare cinghiali e selvatici

I comuni hanno scritto a Regione, Prefetto e Città Metropolitana sollecitando interventi urgenti per arginare l’emergenza cinghiali 

Coldiretti Torino ha inviato nei giorni scorsi una lettera-appello per fermare cinghiali e selvatici a tutti i 312 comuni della Città Metropolitana di Torino con la richiesta di farla propria, farla firmare ai sindaci e inviarla a Regione, Città Metropolitana, Prefetto e agli enti territoriali predisposti alla caccia, ovvero gli Atc, gli Ambiti territoriali di caccia di pianura e i Ca, i Comprensori alpini. Dopo una settimana, una novantina ha già risposto all’appello per chiedere interventi urgenti per far fronte al problema dei danni dalla proliferazione da cinghiali che sta impattando in maniera così forte sull’agricoltura e la salute dei cittadini come gli incidenti che continuano a verificarsi, in ultimo il ragazzo di Marentino, ferito nel chierese.

Giovanni Rolle, vicedirettore Coldiretti Torino, informa: «Nell’ultimo anno i danni da cinghiale segnalati dalle nostre aziende agricole sono più che raddoppiati. Solo nel pinerolese le denunce e le richieste risarcimento sono passate da 25 nel 2020 a 78 nel 2021. Il chivassese rimane una delle zone più colpite con ancora una novantina di richieste ogni anno. Soltanto in questi primi 3 mesi del 2021 le richieste che ci sono arrivate dai nostri associati sono cresciute dell’84 per cento rispetto ai primi 3 mesi del 2020».

Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, aggiunge: «È innegabile che la popolazione dei cinghiali in Piemonte stia crescendo a dismisura e la sua gestione sia fuori controllo. Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino devono fare di più. Tre guardie ecologiche su tutto il territorio della ex provincia di Torino sono davvero troppo poche, 10 anni fa erano 25 e con queste forze non si può certo contenere la proliferazione da cinghiale. La Regione Piemonte dovrebbe fornire a livello pubblico dati certi e acclarati sui piani d’abbattimento e sugli effettivi capi contenuti. Per questo possiamo affidarci solo a stime, secondo le quali la popolazione di cinghiali in Italia è passata da 500.000 esemplari nel 2010 a 1 milione nel 2020 e in Piemonte potrebbero essere circa 80.000».

“È noto – si legge nella lettera inviata da Coldiretti Torino ai comuni – come il fenomeno abbia assunto i caratteri dell’emergenza connotata da trasversalità, costituendo un vero e generalizzato problema di sicurezza pubblica, sanitaria ed ambientale, cui le attività di contenimento sino ad ora attuate non sono riuscite e non riescono più a porre rimedio. A tale proposito è sufficiente ricordare il crescente pericolo alla sicurezza stradale causato dalla massiva presenza di animali, con il numero di incidenti stradali in costante crescita; o, ancora, all’invasione ormai all’ordine del giorno da parte delle specie animali anche degli spazi urbani, con pericoloso avvicinamento ai cittadini e alle abitazioni. Dal punto di vista sanitario, deve rilevarsi il rischio di diffusione di malattie e di patogeni, di cui la fauna selvatica può essere portatrice.  Dal punto di vista ambientale, è ormai evidente il pericolo cui sono esposte le esigenze di conservazione delle specie e delle biodiversità dai danneggiamenti causati dalla fauna selvatica al patrimonio naturale e animale”.

 

QUESTI I COMUNI CHE SINORA HANNO ADERITO ALL’APPELLO COLDIRETTI TORINO

Tra le 7 zone in cui è divisa Coldiretti Torino hanno già aderito alla lettera i comuni di: Candiolo, Bruino, Piossasco, Rivalta, Orbassano, Volvera, None, Vinovo (per la zona di Torino); Piscina, Cumiana, Frossasco, Lusernetta, Roletto, San Pietro Val Lemina, Cavour, Bobbio Pellice, Villar Pellice, Frossasco (zona di Pinerolo); Villarbasse, Caselette, Villarfocchiardo, Bussoleno (Rivoli e val Susa); Casalborgone, San Sebastiano Po, Cinzano, San Giusto C.se, Settimo T.se, Foglizzo, Castiglione, Gassino, Sciolze, San Mauro T.se, San Raffaele Cimena, Chivasso, Mazzè, Verrua Savoia, Caluso, Montanaro, Vische (per il Chivassese); Andrate, Burolo, Brosso, Quincinetto, Bairo, Bosconero, Castellamonte, Castelnuovo Nigra, Ceresole Reale, Forno C.se (aderito come Unione dei Comuni), Levone (aderito come Unione dei Comuni), Locana, Lusigliè, Noasca, Pont C.se, Prascorsano (aderito come Unione dei Comuni), Rivara (aderito come Unione dei Comuni), San Ponso, Sparone, Valperga, Favria, Baldissero C.se, Canischio (aderito come Unione dei Comuni), Cintano, Frassinetto, San benigno C.se, San Colombano (aderito come Unione dei Comuni) (per la zona di Ivrea, Rivarolo); Santena, Pavarolo, Cambiano, Riva presso Chieri, Marentino, Pralormo, Baldissero T.se, Poirino, Piobesi, Carmagnola, Moncalieri, Pino T.se, Pancalieri, Chieri (Chierese e Carmagnolese); Busano, Ciriè, Barbania, Comunità Collinare, Front, Caselle, San Carlo, Nole, Groscavallo, Leinì, Cafasse, San Maurizio (zona di Ciriè e Valli di Lanzo).

 

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