RIVOLI – M** Bün Slow Fast Food, questo il marchio dell’agrihamburgeria, inaugurata giovedì 22 ottobre scorso dall’azienda agricola Scaglia, in corso Susa 22, alla galleria Vart. Gli hamburger serviti sono preparati con carne di razza bovina Piemontese, certificata da Coalvi – Consorzio di tutela della razza Piemontese. Presenti all’inaugurazione, Mino Taricco, assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Massobrio, giornalista critico enogastronomico, Riccardo Chiabrando, presidente di Coldiretti Torino. Nei giorni scorsi la notizia dell’apertura della prima agrihamburgeria è balzata sui mezzi di informazione nazionale a seguito della diffida che il colosso McDonald’s ha mosso contro il nome del locale. Inizialmente l’agrihamburgeria doveva essere battezzata “Mac Bün” – in dialetto piemontese “solo buono” –, ma dopo avere presentato domanda in Camera di commercio per la registrazione i legali di McDonald’s hanno presentato una diffida perché il nome scelto ricorderebbe il marchio della multinazionale americana. I titolari del locale, Graziano Scaglia e Francesco Bianco, hanno deciso di censurare il nome, passando da Mac Bün a M** Bün.
   Riccardo Chiabrando, subito dopo il taglio del nastro, spiega: «Gli Scaglia sono allevatori da generazioni, producono bovini della pregiata razza Piemontese, suini, polli e conigli. Nel 1993 l’azienda ha aperto uno spaccio dove si vendono i prodotti di tutte le lavorazioni eseguite negli annessi locali di macellazione e nei laboratori di pertinenza. Nel punto vendita aziendale si possono acquistare esclusivamente produzioni proprie. Con l’agrihamburgeria l’impresa compie un altro passo in avanti nel cammino che ha intrapreso nell’ambito della filiera corta, della valorizzazione delle produzioni locali di qualità e legate al territorio».
   Chiabrando aggiunge: «La diffida che hanno dovuto subire manifesta una enorme debolezza da parte del colosso dell’alimentazione veloce. Una grande griffe della ristorazione che presenta in tutto il mondo cibo omologato e indifferenziato dimostra preoccupazione per l’iniziativa di un’azienda agricola che accorcia la filiera e arriva direttamente ai consumatori, con prodotti locali, a chilometri zero. Si tratta di un tentativo di censura che non potrà che portare giovamento a questo locale. E infatti questa vicenda – nonostante il comportamento presuntuoso della multinazionale che non esita a farsi forte del proprio strapotere – ha sinora avuto l’effetto di una campagna pubblicitaria per il locale».
  Mino Taricco spiega: «Credo che la tipicità e il certo riferimento al territorio siano la giusta strada per valorizzare le nostre produzioni agricole. I titolari dell’agrihamburgeria devono andare avanti comunque, a prescindere dalle future mosse della società statunitense; io credo che l’approdo per questo novello Davide di fronte a Golia sarà comunque garantito».
   Taricco aggiunge: «La Regione Piemonte negli ultimi tempi ha messo in atto una serie di provvedimenti che hanno l’obiettivo di dare nuove opportunità agli imprenditori agricoli che garantendo tipicità, qualità e certificazione delle produzioni intendono accorciare la filiera e arrivare direttamente ai consumatori. La Regione ha finora finanziato 22 progetti per la realizzazione di mercati dei contadini da parte di Comuni e Comunità montane. In questi giorni stiamo rivedendo i capitolati per gli acquisti delle mense pubbliche in modo da tenere nella dovuta considerazione le produzioni locali, legate al territorio. Il lavoro è a buon punto: la finalità è incrementare il ricorso alla filiera corta nella ristorazione, impiegando prodotti con riferimento territoriale certo».