Attuazione delle norme contro le pratiche sleali, equo compenso per gli agricoltori, misure per affrontare la siccità ora e nei prossimi anni. Queste le richieste del settore della zootecnia a carne e di Coldiretti Torino al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
«In questo 2022 tra guerra e siccità gli agricoltori affrontano costi di produzione davvero proibitivi – ha osservato nel suo intervento Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino e rappresentante degli allevatori di razze da carne – Ma i nostri agricoltori continuano a non ricevere compensi adeguati per la vendita dei prodotti. Solo nel settore dell’allevamento la situazione è disastrosa: a settembre saranno in molti a dover vendere i capi perché non avranno risorse per mantenerli. Una strada importante da seguire riguarda i contratti di filiera e per questo abbiamo bisogno di avere la Regione al nostro fianco».
Il presidente di Coldiretti Torino ha anche chiesto azioni concrete per affrontare in modo strutturale il problema del calo delle precipitazioni.
Mecca Cici ha anche auspicato misure per attuare la normativa nazionale contro le pratiche sleali a partire da un sostegno alla battaglia contro chi non produce con criteri di qualità e contro i prodotti vegani che utilizzano definizioni tratte dai tradizionali alimenti di origine animali. «L’economia agricola della provincia di Torino è molto legata alla produzione di latte e carne abbiamo bisogno di essere tutelati dai nomi di prodotti che non hanno nulla a che fare con i nomi utilizzati per promuoverli: non possiamo trovare nei menù “hamburger” e “salcicce” di origine vegetali. Non possiamo entrare in un bar e leggere che si serva “cappuccino” con “latte” di soia. La Regione deve anche darci una mano nel difendere l’agricoltura e i consumatori dai prodotti alimentari da laboratorio. Se i consumatori inizieranno a confondere nomi falsi come “carne” e “latte” artificiali con i prodotti veri, quelli di origine animale per l’economia piemontese sarà un disastro, inoltre, saremo tutti in mano ai nuovi signori del cibo della grandi multinazionali dell’Hi-Tech».
Mecca Cici è intervenuto durante il consiglio regionale della Federazione regionale che ha incontrato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, presso la sede regionale di Coldiretti. Presenti, oltre al presidente regionale Roberto Moncalvo e al delegato confederale, Bruno Rivarossa con i direttori provinciali. I presidenti delle Federazioni provinciali Coldiretti sono intervenuti sui diversi comparti, in base alle loro deleghe, oltre a Mecca Cici: Mauro Bianco di Alessandria per il cerealicolo, Marco Reggio di Asti per il vitivinicolo, Enrico Nada di Cuneo per l’ortofrutticolo, Sara Baudo di Novara/Vco per il lattiero caseario e Paolo Dellarole per il risicolo. In collegamento video, il capo area legale di Coldiretti, Raffaele Borriello, che ha parlato del decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto da Coldiretti stessa, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso dicembre 2021.
«Finalmente si definiscono quegli elementi caratteristici dei contratti affinché venga disciplinata la relazione commerciale fra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli e alimentari - ha sottolineato Raffaele Borriello, capo area legislativo di Coldiretti - Non solo, però. Il decreto, infatti, istituisce una authority dedicata in tema di monitoraggio, prevenzione e lotta alle pratiche sleali. Prima i rapporti contrattuali erano regolati dall’Antitrust. Ora il compito è passato all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, l’Icqrf che fa capo al Mipaaf. Per difendere gli agricoltori dallo strapotere delle grandi catene distributive si interviene anche sui ritardi di pagamento delle forniture e sulle modifiche non concordate dei contratti, fino ai mancati pagamenti per i prodotti invenduti. È stato introdotto nel provvedimento anche l’anonimato di chi denuncia tali vessazioni e viene data alle associazioni di rappresentanza la possibilità di presentare le denunce per conto dei propri soci. A tal proposito, Coldiretti è pronta – ha concluso - a presentare le denunce contro pratiche sleali per tutelare il lavoro e la dignità delle imprese agricole, in un momento in cui sono già costrette ad affrontare pesanti rincari dei costi produttivi».
Il fil rouge degli interventi che si sono susseguiti, oltre ai rincari, alle pratiche sleali declinate nelle varie filiere produttive dove si lavora sotto i costi di produzione, in particolare in quella frutticola, lattiero casearia e zootecnica da carne, è stato il tema della siccità, i cui danni, visto il protrarsi della crisi idrica, stanno crescendo a dismisura e sono saliti ad oltre 1 miliardo e mezzo in Piemonte, poiché, trasversalmente, tocca tutti i comparti causando una diminuzione dei raccolti fino al 50% del mais, fino al 30% del grano, dal 30 al 100% del riso, in particolare nella zona di Novara dove la mancanza d’acqua è pressoché totale, e dei foraggi per il bestiame. Provoca, inoltre, un calo del 20-30% della produzione di latte, tipico durante l’estate ma non di questa entità. Altra tematica comune tra più comparti di cui si è parlato, è la diffusione del coleottero giapponese, la Popillia japonica, in grado di compiere danni immensi a tutte le specie vegetali, dai prati alle piante ornamentali, dagli alberi da frutto ai vigneti, alle colture orticole di pieno campo, per cui Coldiretti Piemonte ha già chiesto alla Regione un impegno ancora più serrato per evitare di perdere i raccolti. I rischi maggiori li corrono il mais, il pesco, il melo, la vite, il nocciolo e la soia.