Agricoltori in prima fila contro la guerra. Solidarietà al popolo ucraino e denuncia del devastante impatto economico del conflitto sono le parole d’ordine presenti nelle manifestazioni Coldiretti in tutta Italia.
A Torino, domenica scorsa, si era già vissuto un momento di protesta con il blitz al mercato di Campagna Amica di piazza Vittorio contro i rincari dovuti anche alla situazione che stava degenerando in Ucraina.
Oggi, dal Porto Antico di Genova in darsena a Calata Vignoso con l’iniziativa “barche aperte” e il “giardino della pace” a Bari in piazza Libertà dove è allestita una stalla con mucche e vitelli fino a Mestre a Forte Marghera dove sfilano i trattori e stata aperta l’arca di Noe con gli animali della fattoria a rischio di estinzione a causa dell’impennata dei costi dei mangimi alimentata dalla guerra, con l’Ucraina che garantiva il 20% delle importazioni italiane di mais. Numerosi i cartelli di protesta “Putin facciamo la pace, “Mettete i fiori nei vostri cannoni”, “Fermiamo la guerra dei prezzi”, “No alla guerra che aumenta la fame”, “Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai”, “Non ci ha fermato il Covid, ci provano gli speculatori”, “Il latte delle nostre mucche è la vostra colazione”, “Non possiamo produrre in perdita”, “Draghi aiutaci tu”.