31 Gennaio 2022
Incendi, la gestione forestale serve all’aria di Torino

Altro inverno senza neve e, alle prime giornate di foehnn, tornano in azione i piromani in valle di Susa come nelle altre valli torinesi percorse dal vento forte e secco. Le grandi quantità di polveri sottili e di diossine prodotte dagli incendi ricadono sull’area metropolitana di Torino vanificando gli sforzi per ridurre la concentrazione di PM10 attraverso le limitazioni del traffico fino alle più discutibili limitazioni per le pratiche agricole.

«Gli incendi – osserva Sergio Barone, presidente di Coldiretti Torino - scoppiati nuovamente in bassa valle di Susa, sotto il cole del Lys, sono l’ennesima conferma di quanto sia importante per tutti una seria politica forestale. La corretta gestione dei boschi non riguarda solo la montagna ma anche la città. Ricordiamo tutti quando nell’ottobre 2018 la fuliggine degli incendi innescati tra Mompantero e Susa offuscò il cielo di Torino e dei comuni della cintura ovest ricoprendo le auto di polvere».

Coldiretti Torino chiede, quindi, che a livello nazionale e regionale ma anche a livello locale la gestione dei boschi torni tra le priorità diventando centrale anche nelle politiche contro l’inquinamento.

«Chiediamo al sindaco di Torino, che è anche sindaco della Città metropolitana, di farsi portavoce presso i tavoli regionali, interregionali-padani e nazionali sulla qualità dell’aria, della necessità di coordinare interventi forestali di medio e lungo termine. Quando si parla di inquinamento si preferiscono le misure spot agli interventi strutturali. Noi vogliamo il rilancio della filiera forestale e dell’antica pratica selvicolturale là dove c’è sempre stata: in montagna e in collina. Il disinteresse per il taglio e la cura dei boschi ricade anche sulla città».

Barone sottolinea che, invece di promuovere una conduzione dei boschi che prevenga gli incendi si cerca di realizzare inutili boschi urbani dove ci sono già campi coltivati, si attacca la filiera del legno per riscaldamento che utilizza sistemi moderni di filtraggio e, soprattutto, si attaccano le pratiche agricole, ingiustamente additate come le principali responsabili dell’inquinamento.

«Con un incendio di un bosco abbandonato a se stesso, in pochi giorni, sparisce anche la capacità di trattenere CO­­2. La montagna può garantire aria pulita alla città, a patto che le politiche metropolitane siano sempre più frutto dell’integrazione città-montagna».

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