9 Dicembre 2021
Sorpresa, l’albero di Natale è più green se è un vero albero naturale

Comprare un abete rosso come albero di Natale non significa contribuire alla deforestazione e all’aumento dei gas serra. Gli abeti rossi utilizzati come ornamento natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni vivaistiche mentre il restante 10% (cimali o punte di abete) dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di “sfolli”, diradamenti o potature indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco.

Un albero di Natale sintetico, famigliare, di circa 1,90 metri ha un’impronta di carbonio equivalente a circa 40 chili di emissioni di gas serra, che è più di 10 volte quello di un albero vero che e vivo e respira e contribuisce invece ad abbattere gli inquinanti anche dell’aria domestica.

A determinare la maggior parte dell’impronta di carbonio dell’albero di plastica è la sua fabbricazione, a partire dal petrolio alla quale si aggiungono le emissioni industriali derivanti dalla produzione dei polimeri plastici dell’albero e la spedizione del prodotto per lunghe distanze prima di arrivare al negozio, se si tiene conto che la maggioranza ha origine in Cina a circa 9.000 chilometri di distanza dall’Italia. Senza dimenticare che, una volta rotto, se viene smaltito correttamente non entra nella filiera della plastica riciclabile perché non si tratta di un imballaggio e finisce, quindi, nel termovalorizzatore del Gerbido. Se, invece, viene portato in discarica o, peggio ancora, abbandonato, impiega oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente, contribuendo alla diffusione delle microplastiche nel suolo, nelle acque e nella catena alimentare.

L’Albero di Natale naturale, al contrario, se viene smaltito come sfalcio o come organico entra nel circuito del riciclo biologico come compostaggio. Ma soprattutto, l’albero naturale italiano concilia il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente poiché è coltivato soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l’erosione e gli incendi.

In Italia la coltivazione dell’albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana (province di Arezzo e Pistoia) e in Veneto, ma ci sono molti vivai anche in Piemonte e nel Torinese.

La spesa media degli italiani per l’albero vero è di 44 euro ma i prezzi variano a seconda dell’altezza e delle varietà con gli abeti più piccoli che non superano il metro e mezzo venduti tra i 10 e i 60 euro a seconda della misura, della presenza delle radici ed eventualmente del vaso, mentre per le piante di taglia oltre i due metri il prezzo sale anche a 200 euro per varietà particolari. La vendita avviene nei vivai, nella grande distribuzione, presso i fiorai, nei garden, ma ottime occasioni si trovano anche in molti mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

I MERCATI DI CAMPAGNA AMICA A TORINO E IN PROVINCIA

     

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