31 Marzo 2020
Coronavirus: bene frontiere aperte dall’Ue agli stagionali

La Commissione europea raccoglie l’appello della Coldiretti

 

TORINO «La Commissione Europea ha raccolto l’appello lanciato da Coldiretti per l’apertura di corsie verdi per la libera circolazione dei lavoratori agricoli all’interno dell’Unione europea per garantire le produzioni agricole e le forniture alimentari alle famiglie». La notizia arriva da Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, che commenta in modo positivo «l’esortazione dell’esecutivo di Bruxelles a istituire procedure specifiche per facilitare il passaggio di tali lavoratori alle frontiere in questo momento di emergenza coronavirus».

La Commissione Ue ha riconosciuto che alcuni settori dell'economia, in particolare quello agricolo, dipendono in larga misura da occupati stagionali che “svolgono funzioni critiche di raccolta, piantagione o cura” e per tale ragione “esorta gli Stati membri a istituire procedure specifiche per garantire un passaggio agevole” a queste persone specificando che verrà attivato anche  il Comitato tecnico per la libera circolazione dei lavoratori per individuare le migliori soluzioni da estendere a tutti gli Stati membri per consentire ai lavoratori di operare “senza indebiti ostacoli”.

Fabrizio Galliati, aggiunge: «Secondo un’analisi della Coldiretti in Italia, senza lavoratori stagionali, è a rischio più di un quarto del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27 per cento del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. In Piemonte la maggioranza degli immigrati extracomunitari viene impiegata in attività agricole a carattere stagionale che riguardano la raccolta, la cernita e l’immagazzinamento della frutta e dell’uva da vino. Ricercati sono gli immigrati in grado di operare nel settore zootecnico: le attività svolte si riferiscono al governo della stalla, alla mungitura, alla vigilanza e alla cura del bestiame in genere. Un altro settore nel quale sono impiegati i lavoratori immigrati è quello ortoflorovivaistico. In crescita è anche l’utilizzo di lavoratori extracomunitari negli agriturismi».

 

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