14 Febbraio 2019
Si chiedono progettualità alternative alla realizzazione dell’unica cassa di laminazione lungo la Dora Riparia

TORINO “Valutazione progettualità alternative alla realizzazione del bacino di laminazione della Dora Riparia nel Comuni di Caselette, Alpignano, Rosta e Rivoli”. Questo l’oggetto della mozione numero 1555 approvata dal Consiglio Regionale del Piemonte il 13 febbraio scorso. Primo firmatario del documento il consigliere Pd Daniele Valle, cui si sono aggiunti altri 12 consiglieri di Palazzo Lascaris.
In premessa la mozione fa presente che “Il progetto di bacino di laminazione della Dora Riparia consiste in 300 ettari di superficie agricola da sempre coltivata da aziende agricole del territorio…”. La mozione impegna la Giunta regionale del Piemonte a elaborare opzioni di intervento alternative al progetto di cassa di laminazione sulla Dora Riparia su Caselette, Alpignano, Rosta e Rivoli…” e a “valutare attentamente ogni soluzione progettuale possibile, sia rispetto alla progettazione dell’opera, sia alla sua collocazione, sia rispetto a interventi alternativi, coinvolgendo nella concertazione tutti gli attori rappresentativi del territorio e degli interessi economici in gioco”.
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, commenta positivamente l’approvazione del documento: «Gli agricoltori auspicano che, in tempi brevi, si tenga conto gli impegni presi con tale mozione. Infatti il documento raccoglie le perplessità degli agricoltori coinvolti dal progetto i cui terreni, di particolare pregio, in caso di laminazione delle acque della Dora Riparia, subirebbero danni tali da renderli non più coltivabili».
Sergio Barone, vice presidente di Coldiretti Torino, sulla vicenda, sottolinea «La buona collaborazione con i Comuni di Casellette, Alpignano e Rivoli e il Consorzio irriguo della bealera dei prati di Caselette. Con loro abbiamo fatto emergere le criticità di questo progetto, chiedendo una revisione, fatta propria dal Consiglio Regionale. In questi mesi, con gli amministratori locali e con il Consorzio irriguo abbiamo lavorato in sinergia per difendere il territorio da un progetto che rischia di avere un impatto devastante per 300 ettari di aree fertili della zona ovest di Torino. Coldiretti Torino ora auspica che su questa vicenda la Regione Piemonte concretizzi i pronunciamenti in difesa del suolo fertile, arrivando a modificare il progetto. Se si vuole difendere i terreni agricoli di pregio non ci sono alternative: occorre individuare progetti alternativi all’unica cassa di laminazione». 

-09cdto2019

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