TORINO Danni da fauna selvatica: una storia infinita fatta di lungaggini e burocrazia. Nella metà dei casi gli imprenditori agricoli devono attendere tre anni per la liquidazione degli indennizzi. Proprio del ruolo degli Atc, Ambiti territoriali di caccia e dei Ca, Comprensori alpini, piemontesi si è parlato nell’incontro, tenuto a Torino, organizzato da Coldiretti Piemonte per analizzare una situazione, ormai, divenuta insostenibile.
Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, informa: «Nonostante la Regione Piemonte abbia erogato i fondi, un numero significativo di Atc e Ca, per una loro palese inefficienza, ritardano a risarcire le aziende agricole, vittime di questo sistema».
Michele Mellano, direttore Coldiretti Torino, rincara: «Quest’ultimo è talmente farraginoso che si sta verificando un apparente paradosso. In un momento in cui aumentano il numero dei cinghiali e dei danni che provocano, mettendo anche a rischio l’incolumità dei cittadini, si sta registrando un calo del numero di denunce rispetto al passato. Un effetto della rinuncia a coltivare porzioni sempre più vaste del territorio collinare. Gli imprenditori non hanno più fiducia ed evitano, addirittura, di far denuncia. Anche il recente accorpamento nel torinese, con 5 tra Atc e Ca, sinora non sembra avere migliorato la situazione per gli agricoltori».
Fabrizio Galliati, auspica: «E’ fondamentale individuare nuove modalità di gestione delle procedure che un’impresa agricola è tenuta ad adottare per ottenere il riconoscimento e risarcimento dei danni subiti. Anche in questo caso è essenziale una semplificazione della burocrazia. Gli agricoltori chiedono tempistiche certe - a cominciare dalla fase di accertamento del danno – oltre a modalità di rendicontazione e liquidazione efficienti e trasparenti». Il presidente di Coldiretti Torino chiude così: «Coldiretti chiede di poter accedere ai dati degli Atc e dei Ca, relativi ai danni accertati, da risarcire e risarciti. Basta ad azioni che, in alcuni casi, si sono rilevate irregolari, con lentezze ed inefficienze. A pagare tutto questo, anche in termini di redditività, sono gli imprenditori agricoli che continuano col loro lavoro a presidiare territori e sono costretti a difendersi dai sempre più numerosi attacchi dei selvatici».
-17cdto2019