TORINO – Occorre modificare con urgenza il periodo degli abbruciamenti di materiale vegetale: va ridotto. E’ quanto chiede Coldiretti dopo l’entrata in vigore del divieto, a partire dal 1° novembre 2019 e fino al 31 marzo 2020. Per Coldiretti è un arco temporale decisamente troppo ampio e ingiustificato che provoca diverse problematiche alle imprese agricole, in particolare quelle collinari e montane.
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino: «Il periodo di divieto va ridotto. Attualmente è troppo ampio e non permette di eseguire interventi volti a mantenere puliti i boschi ed i terreni come, invece, sarebbe necessario, oltre a consentire lo svolgimento di pratiche utili soprattutto per determinati ambiti produttivi quali, ad esempio, la castanicoltura, la viticoltura, la corilicoltura e la frutticoltura. Gli assessori regionali Marnati e Protopapa continuano a ignorare la problematica che abbiamo fatto presente, fin dall'insediamento della nuova Giunta regionale».
Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino, aggiunge e commenta: «Purtroppo, anche cambiando la regia in Regione Piemonte, nel concreto non è cambiato nulla. Il 2019-2020 è il secondo anno di applicazione di un provvedimento che ha forti impatti sulle produzioni agricole e sulle imprese che caratterizzano numerose aree rurali del territorio piemontese. Solo grazie al lavoro e alla presenza costante delle nostre aziende, è possibile preservare i territori dal rischi dell’abbandono, svolgendo un insostituibile presidio rispetto all’assetto idro-geologico dell’intera regione, e mantenere un patrimonio naturale che ha una grande valenza turistica ed ambientale».
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