Sabato 6 dicembre, al Mercato del Corso di Campagna Amica, dalle 11:00 alle 13:00 facciamo il tifo per la nostra cucina italiana candidata al riconoscimento UNESCO come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.
Aspettando il pronunciamento dell’UNESCO riunito a New Delhi, Coldiretti Torino e Confesercenti Torino e provincia organizzano un evento per ribadire la centralità della cucina piemontese nel patrimonio della Cucina Italiana e per illustrare le ricadute positive sul sistema del turismo enogastronomico di Torino e provincia in caso di parere favorevole alla candidatura.
«Pensiamo che la designazione della Cucina Italiana a fare parte della lista del patrimonio immateriale dell’UNESCO sia un’occasione davvero importante anche per promuovere la grande cucina piemontese e quindi anche la nostra agricoltura – osserva il vicepresidente di Coldiretti Piemonte e presidente della federazione di Torino, Bruno Mecca Cici – Il patrimonio culinario nazionale, così come codificato da Pellegrino Artusi, già agli albori del ‘900 ha sempre compreso piatti della tradizione piemontese. Anzi, molti piatti piemontesi e della contaminazione franco-piemontese, attraverso la Cucina di Corte dei Savoia sono diventati patrimonio italiano. Il contributo del Piemonte alla storia della Cucine è quindi indiscutibile. Una cultura gastronomica che ha preso spunti dalla cucina povera delle nostre campagne e delle nostre montagne ed è stata arricchita dalla scuola dell’alta cucina torinese. Una cultura che porta nelle ricette una straordinaria varietà di materie prime frutto della grande ricchezza di biodiversità agricola che ha saputo adattare le specie vegetali e le razze animali alle diverse aree ambientali e climatiche della nostra regione. La nostra cucina è varia e dosa perfettamente i nutrienti più utili per un’alimentazione sana ed equilibrata».
«Se la Cucina Italiana dovesse essere proclamata patrimonio mondiale dall’Unesco - dice Giancarlo Banchieri presidente di Confesercenti Torino e di Confesercenti Piemonte -, l’impatto positivo sulle presenze turistiche sarebbe immediato. Le nostre valutazioni indicano incrementi tra il 6% e l’8% nei primi due anni, per poi assestarsi su una crescita tra il 2% e il 3%, nell’arco dei cinque anni successivi. Il che significherebbe circa 18 milioni di presenze turistiche in più in due anni: una leva promozionale di valore incalcolabile per migliaia di imprese della ristorazione, dell’agroalimentare e dell’accoglienza. Ciò vale anche per il Piemonte e, in particolare per Torino, che dal riconoscimento potrebbe trarre un’ulteriore spinta verso il consolidamento della sua caratura turistica: un risultato fondamentale che andrebbe a favore dello sviluppo del territorio, delle eccellenze locali, del sistema delle imprese e dell’occupazione”.
«Abbiamo partecipato attivamente - afferma Fulvio Griffa, presidente di Fiepet-Confesercenti, la federazione dei pubblici esercizi - al percorso di candidatura, promuovendo attività di sensibilizzazione in tutta Italia: ovviamente, anche Torino fa parte di questo percorso, come dimostra l’evento del 6 dicembre. In questi anni siamo stati impegnati in iniziative di promozione e di valorizzazione della ristorazione torinese e piemontese, che ha ulteriormente sviluppato i propri livelli di professionalità e di eccellenza, contribuendo così alla crescita dell’attrattiva turistica del nostro territorio».