12 Aprile 2018
Coldiretti chiede alle industrie di fermare le speculazioni sul prezzo del latte alla stalla

TORINO Stop alle speculazioni sui contratti per il latte. E’ quanto chiede la Coldiretti di fronte alle comunicazioni di variazione unilaterale al ribasso del prezzo alla stalla o di riduzione delle quantità richieste rispetto agli accordi presi, che le industrie stanno inviando agli allevatori. Queste richieste in Piemonte mettono a rischio la sopravvivenza e il lavoro di 30mila aziende agricole, senza considerare l’indotto. Si tratta di una situazione generata anche dalla pratica fuori legge, ma ancora in uso, di stipulare intese verbali e di durata inferiore ai 12 mesi.
   «La legge 91 del luglio 2015, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi – ricorda Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino – prevede, infatti, l’obbligo di contratti scritti con una durata minima di un anno. E’ necessario, quindi, che intervengano al più presto gli organismi di controllo del Ministero delle Politiche agricole, oltre ad attivare tutte le contromisure legali disponibili per bloccare questa situazione. Quanto sta avvenendo provoca, oltretutto, una gran confusione poiché si sta facendo credere che i prezzi al ribasso siano dovuti a un andamento di mercato negativo quando, invece, non è affatto così e, anzi, i principali prodotti lattiero-caseari segnano un andamento in rialzo».    Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino, aggiunge: «Ribadiamo che, dopo i contratti già stipulati in Francia, dagli importatori d’Oriente stanno arrivando chiari segnali di interesse verso le produzioni dell’areale Piemontese per l’elevata qualità, in particolare per la polvere di latte di cui sono 100 mila le tonnellate annue utilizzate in Italia dalle industrie agroalimentari. Negli ultimi anni, dopo i casi di intossicazione infantile in Cina, quest’ultima è infatti sempre più interessata alle produzioni italiane, sinonimo di qualità. Per questo è opportuno incentivare e incrementare, a livello piemontese e nazionale, l’utilizzo del nostro latte per la produzione della polvere, attivando sempre di più accordi di filiera. Questi, oltre a dare impulso all’economia del territorio e a generare una importante ricaduta sul comparto e sull’indotto, garantiscono ai consumatori prodotti di cui è possibile tracciare la provenienza, a garanzia di una sana e corretta alimentazione, come i consumatori stessi chiedono anche per la salute dei bambini».
   «A fronte di una situazione di mercato che vede crescere il Made in Italy a tavola in tutto il mondo – conclude Fabrizio Galliati – non è accettabile un atteggiamento delle industrie che cerca di speculare al ribasso sul prezzo del latte, mettendo a rischio un intero comparto produttivo, fondamentale per la nostra economia. Il comparto in Piemonte registra una produzione lorda vendibile di 390 milioni, conta 2.000 aziende produttrici, con 8.000 addetti e 51 specialità di formaggi, oltre all’unica unità produttiva italiana di polvere di latte. La provincia di Torino rappresenta un terzo della produzione di latte regionale».
-24cdto2018

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