Beaulard di Oulx (Torino) – «Il nuovo Programma di sviluppo regionale potrà essere una grande opportunità anche per le aziende agricole montane se la Regione Piemonte cambierà profondamente l’approccio e il sistema di regole della passata programmazione per mettere a disposizione delle imprese agricole e agroforestali piemontesi strumenti semplici e rapidi per lo sviluppo di nuovi investimenti sui territori». Lo ha detto Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, intervenuto, sabato 27 settembre scorso, al convegno organizzato a Beaulard di Oulx, da Federforeste – Federazione italiana delle comunità forestali –, sul tema “Psr forestale piemontese. Un’opportunità?”, nell’ambito di Boster – Bosco e territorio – nord ovest, il più grande evento outdoor italiano sulle filiere bosco-legno.
«Spesso ci sono state complicazioni burocratiche, tempi troppo lunghi e incertezze sulle regole, nate anche dopo la presentazione delle domande – ha aggiunto Roberto Moncalvo –. Tutto questo per le imprese agroforestali ha significato non riuscire a cogliere le opportunità concesse trasformandole in azioni vere e concrete. Un problema questo che, in generale, ha riguardato, tutto il Programma di sviluppo regionale».
«Dunque il primo obiettivo che ci poniamo – chiude Roberto Moncalvo – è superare queste difficoltà in termini di regole e operatività che ha rallentato la possibilità di spendere tutte e bene le risorse disponibili. Nel pieno rispetto della normativa europea, in questa fase, con il nuovo Psr occorrerà arrivare a definire bandi rapidi ed efficaci affinché possa arrivare una ricaduta positiva sul territorio montano, così come sulla capacità di spesa dei singoli enti»
Sergio Barone, vice presidente di Coldiretti Torino, ha spiegato: «Il futuro delle aziende agricole diretto coltivatrici agroforestali è legato alla multifunzionalità: questo, per le zone montane, significa forestazione. Non si può prescindere dal legame indissolubile tra le aziende che vivono in ambito montano e collinare e la forestazione. Il nuovo Programma di sviluppo rurale dovrà fornire risposte positive per favorire lo sviluppo dell’occupazione, cercando di mantenere sul territorio montano quante più aziende possibile. Non è pensabile che i fondi invece di essere indirizzati alle imprese agricole locali siano appannaggio di ditte che non hanno sede nelle zone montane».
«Nell’ambito della multifunzionalità, le imprese agroforestali – ha aggiunto Sergio Barone – sono pronte a fornire il loro contributo. Chiediamo anche alla Regione Piemonte di non utilizzare i fondi Psr per le spese correnti: queste risorse devono concretamente rappresentare un investimento sul futuro per gli imprenditori agroforestali. Il nuovo Psr può rappresentare una formidabile possibilità di sviluppo. E, inoltre, le aree montane non sono nelle condizioni di poter perdere quella che potrebbe essere una delle ultime possibilità per rilanciare l’economia montana con le attività di forestazione».
Gabriele Calliari, presidente di Federforeste, ha affermato: «Il bosco e la foresta rappresentano una grande opportunità, anche occupazionale, per l’intero Paese. La risorsa bosco dovrà continuare ad avere una forte sostenibilità ambientale anche per essere presidio nei confronti dei territori a valle. Occorre altresì intraprendere un percorso culturale che porti il cittadino a vedere chi lavora nel bosco, chi taglia le piante, non come un predatore, ma come colui che fornisce garanzia di continuità alla risorsa bosco ed è in grado di coniugare redditività e occupazione. Per arrivare a questo occorre un radicale cambio di mentalità».
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