6 Febbraio 2008
“No alla discarica a Buriasco”

PINEROLO – Gli imprenditori agricoli della pianura Pinerolese ribadiscono la contrarietà alla decisione dell’Ato, Associazione d’ambito torinese per il governo dei rifiuti, di realizzare una nuova discarica proprio nei terreni a massima fertilità di Buriasco. Lo hanno fatto lunedì scorso, in occasione dell’assemblea dei sindaci del Pinerolese con all’ordine del giorno l’emergenza rifiuti. Per ribadire il "no" alla localizzazione della discarica i berretti gialli hanno portato anche trenta trattori, schierandoli all’ingresso dell’Acea. L’incontro dei sindaci ha visto la partecipazione di Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino.
Riccardo Chiabrando, presidente di Coldiretti Torino, spiega le ragioni della manifestazione: "La presenza dei coltivatori con i trattori e le bandiere gialle intende ribadire un messaggio ripetutamente comunicato nelle ultime settimane: per la nuova discarica del Pinerolese occorre cercare altri siti, con terreni meno fertili, perché l’area individuata a Buriasco vanta terreni a massima fertilità, di prima classe".
Il presidente della Coldiretti torinese aggiunge: "Per individuare il sito della nuova discarica, nel Pinerolese come altrove, occorre prendere in considerazione terreni a bassa fertilità, siti industriali abbandonati e aree militari in disuso. Sinora, malgrado un’apparente disponibilità al dialogo da parte dell’Ato e del suo presidente Paolo Foietta, l’incomprensibile decisione di andare a distruggere terreno fertile non è stata affatto modificata. Non solo i rilievi degli amministratori locali, dei cittadini, del Comitato spontaneo contro la discarica e dei coltivatori sono stati rigettati senza motivazioni, oppure sono state addotte controdeduzioni che noi riteniamo inconsistenti e prive dei necessari profili tecnici".
"La mobilitazione contro questa localizzazione, inopportuna e sconveniente continua e noi non abbiamo intenzione di mollare – conclude Riccardo Chiabrando. Il nostro intento è sempre lo stesso: dimostrare che l’individuazione del sito compiuta dall’Ato può essere messa in discussione alla luce di criteri di pianificazione territoriale che non penalizzino solo e sempre il settore agricolo. Soluzioni alternative al sito di Buriasco esistono, occorre però avere la volontà di rivedere le decisioni prese".

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