20 Maggio 2020
Latte: per la Coldiretti è inaccettabile la riduzione del prezzo pagato alla stalla

TORINO - «Finalmente, a seguito delle nostre richieste, sono stati resi pubblici i dati delle importazioni di latte e alla luce di quanto è emerso dall’analisi sono ancor più inaccettabili le distorsioni sui prezzi, lungo la filiera, messe in atto dall’agroindustria e dai caseifici piemontesi». E’ il commento di Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, che arriva a seguito del tavolo latte, riunito nei giorni scorsi in videoconferenza con la Regione Piemonte.

Gli allevatori del Piemonte sono tra le prime regioni, a livello nazionale, per la produzione di latte, con 10milioni di quintali annui, 2000 aziende produttrici tra le più professionali al mondo. Le aziende piemontesi produttrici di latte vaccino, sono site in prevalenza nelle province di Cuneo e Torino. Le vacche allevate sono 121.000, con un fatturato del prodotto all’origine pari a 430 milioni di euro. Le importazioni di latte sfuso, cagliate, latte in polvere, crema di latte, avvengono soprattutto dal Belgio, Germania, Francia e Olanda e arrivano, trasformando tutti i dati in quintali di latte equivalente, a essere pari alla metà della produzione piemontese.

Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, afferma: «In un momento di crisi, come quello che si è venuto a creare per l’emergenza sanitaria, non è certo stato un atto responsabile quello messo in atto da una parte dell’agroindustria piemontese che, invece di valorizzare le nostre produzioni e rivolgersi ai caseifici del territorio, ha continuato a importare dall’estero. Coldiretti ritiene che tali aziende agroindustriali non vadano incluse in eventuali aiuti regionali destinati alla filiera lattiero-casearia. I nostri allevatori – conclude Fabrizio Galliati – hanno garantito, anche durante questa fase così delicata, ai consumatori il cibo a tutela del #MangiaItaliano e ora i loro sforzi non possono essere vanificati e non giustamente remunerati da azioni irresponsabili e scorrette da parte di determinate agroindustrie che non credono nel valore della filiera made in Piemonte. E’ urgente, quindi, che l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Marco Protopapa prenda una posizione netta verso quei caseifici che hanno, senza motivo, abbassato il prezzo del latte pagato alla stalla ai produttori, venendo meno a quel patto che proprio l’assessore stesso aveva lanciato, su nostra sollecitazione, tra gli attori della filiera e che avrebbe dovuto garantire per almeno tre mesi, da aprile a giugno, le stesse condizioni economiche della scorsa stagione».

 

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