3 Aprile 2008
Elezioni, Coldiretti Torino si confronta con i candidati piemontesi al Parlamento

TORINO – Coldiretti Torino ha illustrato ai candidati piemontesi alle elezioni politiche 2008 i contenuti del documento preparato dalla giunta nazionale della Confederazione per la prossima legislatura. Nell’aula Ottavio Stella della sede della Federazione, il presidente Riccardo Chiabrando, il consiglio direttivo con il direttore Emilio Fugazzi si sono confrontati con i rappresentanti piemontesi del Partito Democratico, del Popolo della Libertà, dell’Udc, de La Destra e della Lega Nord.
In apertura Riccardo Chiabrando ha presentato i numeri della Coldiretti: "Siamo la più grande organizzazione agricola europea che rappresenta oltre 1,5 milioni di associati, con 501mila imprese iscritte alle Camere di commercio. In Italia la rappresentanza dei berretti gialli rispetto alla superficie coltivata è del 63,6 per cento".
Chiabrando ha fornito alcuni dati locali: "Coldiretti Torino è l’associazione di settore più rappresentativa a livello provinciale; conta dieci uffici zona, dieci unità operative Impresa Verde e 244 sezioni comunali. I tesserati sono 20.811, di cui 7.026 imprenditrici, 9.238 imprenditori e 4.547 pensionati. I giovani imprenditori e imprenditrici sono 2.261. Le aziende agrituristiche sono 55, mentre sono 56 le fattorie didattiche".
Il presidente ha presentato le quattro proposte per l’intera legislatura ritenute prioritarie dalla Coldiretti: rafforzare le imprese agricole nella loro capacità produttiva e ridurre i costi dei troppi passaggi dal produttore al consumatore per garantire un cibo al giusto prezzo per tutti; portare più prodotti alimentari italiani in tavola per avere più qualità, identità, sicurezza e salute; lavorare per un territorio più pulito e più bello affinché sia più competitivo; ottenere una rinnovata coesione sociale attraverso l’aumento dei servizi sul territorio rurale.
I dirigenti della Coldiretti hanno tradotto la piattaforma confederale in alcune proposte concrete da realizzarsi anche nella nostra provincia. "Innanzitutto chiediamo di eliminare le disuniformità nei Comuni rispetto all’applicazione della legge di orientamento, potenziando gli accordi quadro fra Coldiretti Torino e le amministrazioni comunali. Occorre altresì diffondere il progetto Res Tipica, frutto della collaborazione con l’Anci. Chiediamo di mettere a sistema le esperienze positive di vendita diretta nella nostra realtà provinciale, prima fra tutte lo storico Mercato dei produttori agricoli di Porta Palazzo, da anni gestito da Coldiretti in collaborazione con l’amministrazione comunale".
Emilio Fugazzi ha aggiunto: "Coldiretti invita a vincolare l’apertura di nuovi ipermercati all’applicazione del diritto di scaffale per promuovere le imprese agricole del territorio ed i prodotti locali secondo la logica del chilometro zero". Il direttore ha sollecitato "una gestione sostenibile ed innovativa del ciclo dei rifiuti attraverso la riduzione consistente del materiale da smaltire in discarica. Con la raccolta differenziata le sostanze organiche possono essere restituite al suolo dove diventano humus. Ed ha proseguito: "Chiediamo un utilizzo razionale degli impianti di discarica esistenti al fine di evitare la nascita di ulteriori punti di degrado ambientale".
Chiabrando ha aggiunto: "Coldiretti ritiene prioritaria la salvaguardia dei terreni agricoli, in particolare quelli di prima e seconda classe, e di tutte le imprese agricole che operano nel territorio rurale: nella scelta dei nuovi siti per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti questo criterio è irrinunciabile". Sempre sullo stesso tema, Chiabrando ha affermato che "è necessario arrivare ad individuare soluzioni innovative e ad elevato contenuto tecnologico per il recupero e la valorizzazione energetica dei rifiuti. Occorre considerare anche tecnologie oggi non presenti in Italia e che finora non sono state analizzate dal Piano provinciale per la gestione dei rifiuti".
Fugazzi ha nuovamente sottolineato la priorità per i coltivatori torinesi: "La salvaguardia del territorio rurale e delle imprese agricole che vi operano. In Piemonte, dal 1991 al 2001, espansioni urbanistiche, nuove aree industriali, siti per impianti di trattamento dei rifiuti, nuove arterie stradali hanno impermeabilizzato quattromila ettari di terreno agricolo, di cui mille di prima classe. A fronte di questa cementificazione smodata il suolo di prima classe in Piemonte è oggi ridotto a poco più di centomila ettari".
Chiabrando ha ricordato altri due problemi: "Il primo riguarda la necessità di intensificare la lotta contro il flagello della fauna selvatica: l’obiettivo è quello di riportare ad un livello tollerabile i danni alle colture dovuti agli ungulati. Oggi, nelle aree a maggior concentrazione di animali selvatici, il livello dei danni, per frequenza ed intensità, non è più compatibile con la normale conduzione dell’impresa. Il secondo problema è relativo alla difesa delle aziende agricole del Mauriziano. Coldiretti chiede maggiori certezze sul futuro degli affittuari delle cascine e dei terreni di proprietà dell’Ordine. Negli ultimi mesi sembra profilarsi la soluzione auspicata da Coldiretti: l’acquisto da parte di Ismea degli immobili e la successiva cessione dei terreni agli imprenditori agricoli, in modo da evitare ogni possibile manovra speculativa".

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