TORINO - L’embargo russo deciso come ritorsione alle sanzioni europee nel 2014 ha già fatto perdere all’Italia più di un miliardo di esportazioni agroalimentari made in Italy a causa del blocco che ha colpito una importante lista di prodotti agroalimentari, con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. Questo emerge da una analisi della Coldiretti nazionale a poco più di quattro anni dall’entrata in vigore dell’embargo, con decreto 778 del 7 agosto 2014, più volte rinnovato, in riferimento alla preoccupante escalation che potrebbe determinare l’ipotesi di nuove sanzioni europee per le tensioni tra Ucraina e Russia.
    Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, informa: «Il mercato russo è sempre stato molto importante per il nostro export regionale, infatti veniva esportato il 30 per cento della produzione made in Piemonte, soprattutto frutta, verdura, formaggi e vino, in particolare lo spumante».
   Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino, aggiunge: «L’embargo sta favorendo la diffusione di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in Piemonte. Nei supermercati, infatti, si possono ora trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali. Con il proseguire di questa situazione non cessano le difficoltà delle nostre imprese i cui prodotti sarebbero fortemente richiesti da quella popolazione russa che ha sempre dimostrato di apprezzare e valorizzare i veri prodotti made in Italy. L’embargo Russo è un blocco davvero dannoso che sta ostacolando anche le esportazioni per altre tipologie di prodotti, dalla moda alle automobili, fino all’arredamento».

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