1 Dicembre 2020
«Boom import grano dal Canada fa concorrenza al Made in Piemonte»

Coldiretti chiede di fermare l’import selvaggio di prodotti con tracce di glifosato

 

La pandemia aiuta l’invasione di grano canadese in Italia, con il raddoppio nel 2020 degli arrivi che crescono in quantità del 96 per cento nei primi sette mesi, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una invasione spinta dall’accordo di libero scambio Ceta. E’ quanto afferma la Coldiretti, in riferimento ai risultati delle analisi condotte dal mensile Il Salvagente che ha individuato in sette marchi di spaghetti sui venti analizzati la presenza di tracce di glifosato, classificato come “probabile cancerogeno” dalla Iarc dell’Oms.

Nel periodo gennaio-luglio si è verificata, infatti, una vera e propria invasione di grano duro per fare la pasta dal Canada dove – denuncia la Coldiretti – non vengono rispettate le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti nel nostro Paese e il grano viene trattato con l’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio nazionale, dove la maturazione avviene grazie al sole. La presenza sui mercati esteri è vitale per il Made in Italy, ma negli accordi di libero scambio – precisa la Coldiretti - va garantita reciprocità delle regole e salvaguardata l’efficacia delle barriere non tariffarie perché non è possibile agevolare l’importazione di prodotti ottenuti secondo modalità vietate in Italia.

Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, afferma: «L’import selvaggio di grano straniero fa concorrenza sleale al nostro Made in Italy e pesa sulle quotazioni del grano nazionale nonostante un raccolto stimato in flessione intorno al 20 per cento rispetto allo scorso anno e un balzo nei consumi di pasta degli italiani. Infatti, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, la pasta prodotta con grano 100 per 100 Made in Italy nei primi sei mesi dell’anno rappresenta ormai un quinto della pasta totale venduta nei supermercati».

Il presidente di Coldiretti Torino aggiunge: «Alla luce di questo import selvaggio di grano straniero acquisiscono ulteriore valore gli accordi di filiera come quello avviato proprio sul frumento tenero, Gran Piemonte, insieme al Cap, Consorzio Agrario delle Province del Nord Ovest. Vanno incentivati progetti virtuosi che garantiscano una prospettiva di reddito a medio lungo periodo alle nostre imprese agricole oltre alla tracciabilità e sicurezza alimentare ai consumatori. Nell’ambito del progetto Gran Piemonte nei campi di tutto il Piemonte sono stati seminati 5mila ettari e, in estate, arriveranno 300mila quintali di frumento tenero, che diventerà l’ingrediente fondamentale di ottimi lievitati, di pane e di prodotti da forno veramente 100 per cento Made in Piemonte e preparati da agroindustrie nazionali del settore dolciario».

 

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-238-ColdirettiTorino2020

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