TORINO - Con oltre un milione di esemplari diffusi in Italia la presenza dei cinghiali nelle piccole e grandi città ormai non è più purtroppo una curiosità ma un rischio concreto per i cittadini, anche a causa dei numerosi incidenti stradali.
La situazione rispecchia quanto avviene in provincia di Torino dove, sempre più spesso, gli ungulati si avvicinano alle città e, come, qualche tempo fa, un cinghiale ha raggiunto il pieno centro di Torino e dove, soprattutto nelle aree già svantaggiate, come quelle montane e collinari, sono sempre più diffusi gli episodi di danneggiamenti alle colture.
«Negli ultimi dieci anni il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato secondo le stime di Coldiretti, compromettendo la sicurezza nelle aree rurali ed urbane – spiega Fabrizio Galliati, Presidente di Coldiretti Torino -. Combattiamo contro la lentezza dei rimborsi, ma ai nostri imprenditori interessa poter raccogliere il loro prodotto e non attendere invano i risarcimenti: alcuni danni non rientrano nemmeno tra quelli risarcibili e, oltretutto, i selvatici stanno provocando numerosi incidenti, anche mortali, sulle strade. Si tratta, quindi, di trovare al più presto misure idonee per mettere in sicurezza gli automobilisti e preservare il lavoro degli imprenditori agricoli che sono ormai esasperati da questa situazione».
«Nello scorso mese di giugno, in Piemonte, è stata approvata la legge sulla caccia che risultava necessaria – prosegue Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino - per coniugare la tutela della fauna con l’attività venatoria visto il proliferare della fauna selvatica, dannosa non solo alle coltivazioni, ma anche per la sicurezza dei cittadini». «Auspichiamo dunque – concludono Galliati e Mellano – che la questione venga affrontata con la dovuta decisione poiché a farne le spese è l’intera società: questa situazione è insostenibile sia per le imprese che per la collettività».

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